Sinner dopo la vittoria su Djokovic: «È stata una montagna russa». Il serbo: «Il suo coraggio ha fatto la differenza»

«Mi aspettavo un match difficile ma per me è stato un privilegio affrontarlo e batterlo qui a Torino»

Sinner dopo la vittoria su Djokovic: «È stata una montagna russa». Il serbo: «Il suo coraggio ha fatto la differenza»
Sinner dopo la vittoria su Djokovic: «È stata una montagna russa». Il serbo: «Il suo coraggio ha fatto la differenza»
Mercoledì 15 Novembre 2023, 09:07 - Ultimo agg. 19:52
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«Non esiste un posto più bello per battere il numero uno al mondo di questo. Come non riuscivo a battere Medvedev ed ho fatto un percorso per farcela così è accaduto con Nole: dopo Wimbledon, dove non avevo vinto neanche un set, sentivo però di essere vicino. Qui sono riuscito a giocare i punti importanti nel modo migliore. Dopo aver perso il secondo set sono riuscito a ripartire grazie anche al vostro sostegno. Abbiamo vinto insieme». Così Jannik Sinner dopo la vittoria al tie-break del terzo set su Novak Djokovic, nel gruppo verde delle Atp Finals di Torino.

Le parole

«È stata una partita molto tattica -racconta il numero 4 del mondo- anche se non c'erano stati troppi scambi lunghi all'inizio. Nel tie-break del 2° set non ho servito troppo bene ma nel terzo set ho ricominciato come all'inizio. Questa vittoria la metto sul gradino più alto di un podio ideale. Non avevo mai battuto Nole prima: ed è uno che ha vinto 24 Slam. Ora nella mia testa so che posso battere anche lui. La cosa che mi è piaciuta di più della mia partita? Sono tante cose, ma è stata soprattutto l'aspetto mentale. Dopo aver sprecato i due mini-break nel tie-break del secondo set, l'essere ripartito subito forte nel terzo è stata una grande reazione. Cosa mi ha detto Djokovic alla fine? 'Bravo, hai giocato bene i punti importantì. Sono soddisfatto ma so che posso ancora migliorare tanto. Fisicamente in questa stagione abbiamo fatto un passo avanti: stasera ho giocato una partita di oltre tre ore con il numero uno del mondo e l'ho vinta».

«Mi aspettavo un match difficile ma per me è stato un privilegio affrontarlo e batterlo qui a Torino -sottolinea il 22enne altoatesino in conferenza stampa -. Ci siamo allenati spesso insieme anche qui, ero convinto che avrei giocato un buon match. Anche se avessi perso stasera avrei avuto comunque la consapevolezza di aver giocato una buona partita. Nel primo set sul 5 pari era un momento importante: ero sotto 40-0 suk suo servizio, piano piano sono risalito e poi ho fatto il break. Anche se il difficile è stato poi confermarlo anche. Alla fine sono stati pochi punti a fare la differenza (entrambi ne hanno messi a referto 109; ndr)».

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La partita

È importante guardare avanti ma anche indietro… «Certo che pensi da dove vieni, da dove arrivi. Non bisogna mai dare nulla per scontato, nel tennis come nella vita. Nella mia testa il migliorarsi è un concetto sempre presente. Avevo già battuto un numero uno quest'anno, Carlos (a Miami; ndr), ma Djokovic è un'altra generazione: io lo avevo sempre visto vincere in tv! Quando gioco contro Nole, vedo dall'altra parte della rete la perfezione: fa sembrare tutto facile. Però è normale che io a 22 anni abbia ancora tanto da imparare. Tatticamente il mio team ed io abbiamo preparato il match nel modo giusto». Situazione molto equilibrata nel «Gruppo Verde» dove si deciderà tutto giovedì: «Contro Rune sarà un match difficile - sottolinea Sinner -: lui ha perso contro Djokovic in tre set, non vedo l'ora di affrontarlo.

Domani… cioè oggi… c'è un importante giorno di riposo per recuperare. La cosa positiva dei round robin è che se perdi puoi ancora qualificarti, ma giovedì scenderò in campo con l'intenzione di dare il massimo. Come stancherò la spina stanotte? Chiuderò semplicemente gli occhi. Certo, c'è ancora l'adrenalina: vuol dire che dormirò tanto e mi allenerà il minimo. Ormai conosco il mio corpo: potrei anche decidere di non allenarmi affatto e recuperare soltanto».

Djokovic: «Il suo coraggio ha fatto la differenza»

«L'ultima volta che ci eravamo sfidati fu a Wimbledon, vinsi in tre set ma fu una partita equilibrata decisa da pochi punti. Dal punto di vista di padronanza del gioco credo che anche oggi abbia giocato su quei livelli, ha servito forse meglio. Ma la differenza più grande è stata il coraggio con cui ha giocato i punti più importanti». Novak Djokovic commenta così in conferenza stampa la sconfitta al tie-break del 3° set contro Sinner.

«Ha meritato di vincere -ammette il 36enne serbo, sei volte vincitore delle Atp Finals - perché in quei momenti non sono stato abbastanza aggressivo né abbastanza deciso lasciandogli l'opportunità di prendere il controllo degli scambi. Ad esempio sul 5 pari al 3°set, 15-30 e seconda di servizio, sentivo di 'essercì nello scambio e che avrei dovuto cercare di forzarlo ma non l'ho fatto e lui sì. In questo tipo di partite ci sono poche opportunità a disposizione, e se non si riesce a sfruttarle lo farà di sicuro il nostro avversario. Questi match si possono vincere o perdere: la maggior parte li ho vinti, altri li ho persi, ma non credo di aver sbagliato troppe cose dal punto di vista del mio gioco. Lui invece ha avuto coraggio nei momenti chiave, ha messo a segno alcuni punti straordinari e ha usato alla perfezione quei colpi di cui aveva bisogno: giù il cappello».

 

Djokovic parla poi dei fischi ricevuti più volte dal pubblico del Pala Alpitour. «È prevedibile, giochiamo in Italia e lui è l'unico giocatore italiano di queste Finals: si respirava una grande attesa e per lui dev'essere stata una gran bella emozione giocare di fronte al proprio pubblico. E poi era in gran forma e ci sta che il pubblico sperasse in una sua vittoria. Tutti vogliono battermi, tutti vogliono il mio scalpo, ogni giocatore è ancor più motivato quando deve giocare contro di me. Ma è normale perdere alcune partite come quella di questa sera, e resto contento dello spirito con cui ho affrontato questa battaglia, sono riuscito a rimontare un set di svantaggio, ho giocato in condizioni davvero avverse, e sono davvero orgoglioso di tutto quello che ho messo in campo. Anche se non è stato sufficiente per vincere».

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