È passato in un baleno dal rischio di essere tagliato a uomo della provvidenza. Ma i giorni più difficili della sua esperienza napoletana, quando intorno a lui serpeggiavano i dubbi visto l’inizio di stagione più che balbettante, Jason Rich li ha affrontati con calma serafica e una sicurezza nei suoi mezzi disarmante. Mai un momento di nervosismo o un gesto di stizza. E ora, dopo la prestazione di gran livello espressa nel match vincente contro Treviso, 14 punti, 7 assist e un paio di numeri strepitosi, si guarda intorno quasi a voler dire: “tutto regolare, perché vi sorprendete?”. Già perché se c’è una cosa che al super talento di Pensacola, Florida, non manca, è la fiducia nei suoi mezzi. E ora l’obiettivo è già rivolto a Brescia, avversaria di domenica prossima.
Rich, guardia di 1,91, ha 35 anni e una carriera infinita da giramondo dei parquet. Dopo l’esperienza universitaria in Florida, nel 2008 approda in Italia, a Cantù. Poi, dopo varie tappe, nel 2017 firma con Avellino. Il suo luogo di elezione, perché è lì, con Pino Sacripanti in panchina, che gioca la migliore stagione della sua carriera vincendo il titolo di Mvp. «Io e il coach abbiamo una storia comune e abbiamo lavorato insieme con successo – spiega il giocatore -. Tutto ciò ha creato fiducia tra di noi. E riguardo la squadra, se ci crediamo e siamo disposti a metterci all’opera, possiamo essere da playoff.
Prime partite negative, poi un infortunio muscolare e infine la rinascita, quasi dalle sue ceneri come l’araba fenice. E ora se c’è un giocatore che può trascinare Napoli in zone tranquille di classifica questo è certamente lui, grazie al talento debordante. «Rich è un grande giocatore, ha un quoziente di conoscenza della pallacanestro altissimo, ed è capace di valorizzare i compagni, non solo di fare canestro – sottolinea Sacripanti - Il giocatore non è mai stato in discussione, l’unica mia paura ha riguardato l’infortunio muscolare di inizio stagione perché andavano monitorati i tempi di guarigione. Non entro nel merito del paventato taglio perché ho sempre creduto nelle sue qualità e se lui ha fatto la sua migliore stagione della carriera con me ad Avellino, vuol dire che abbiamo una sintonia e una visione del basket che ci accomuna»