Nell'ultimo periodo il presidente rossonero viene descritto ben disposto verso l'operazione, in privato spesso ripete che venderà ai cinesi perché lui non intende metterci più soldi, ma talvolta prova a buttare giù la formazione del Milan per la prossima stagione, come ogni anno di questi tempi, come se nulla dovesse cambiare. Se dovesse concludersi l'affare con i cinesi, non cambierà formalmente il suo ruolo in società. I potenziali soci gli hanno garantito il ruolo di presidente onorario nei 2-3 anni di transizione entro cui vogliono arrivare al 100%, ma avendo la maggioranza azionaria vorranno avere loro l'ultima parola su ogni scelta. «Tutti coloro che si sono seduti al tavolo dicono che il brand Berlusconi è molto importante soprattutto in Cina dove sono molto noto», ha sottolineato Berlusconi che in questo periodo di trattativa, attraverso i suoi manager, deve concordare ogni decisione con la controparte. È successo per la risoluzione con buonuscita di Sinisa Mihajlovic, per i rinnovi di Riccardo Montolivo, Luca Antonelli e Davide Calabria. È invece in standby la scelta dell'allenatore. «Resta Brocchi? Ancora non so», ha replicato Berlusconi.
L'ex mediano spera nella conferma, insidiato dalla concorrenza di Marco Giampaolo e Unai Emery, ma probabilmente il tema sarà affrontato solo quando il negoziato con i cinesi arriverà a una svolta, in un senso o nell'altro.