Italia, Spalletti: «In Inghilterra senza paura, Immobile doveva riposare. Sarri? La Nazionale deve stare a cuore anche a lui»

Il ct azzurro presenta le due sfide valide per le qualificazioni a Euro2024

Italia, Spalletti in conferenza stampa: nel mirino Malta e Inghilterra
Italia, Spalletti in conferenza stampa: nel mirino Malta e Inghilterra
di Alessandro Angeloni
Lunedì 9 Ottobre 2023, 13:58 - Ultimo agg. 17:28
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Luciano Spalletti pronto per la sua ‘seconda’ da ct azzurro. Pronto soprattutto per il primo appuntamento di alto livello, contro l’Inghilterra il 17, a Wembley, dove la Nazionale l ‘11 luglio del 2021 ha vinto l’Europeo ai calci di rigore. Ma prima, il 14. Bari, c’è Malta e l’Italia non può sbagliare. C’è una qualificazione per Euro 2024 da mettere in cassaforte. La Nazionale è seconda, dietro l’Inghilterra, con Ucraina e Macedonia e a novembre ci saranno gli ultimi scontri decisivi.

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La conferenza di Spalletti si è aperta con un commento sulla nuova carica, affidatagli dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, di ambasciatore dello sport italiano: «L’incarico mi riempie di orgoglio, ma devo essere migliore di quello che sono. Ho il supporto dei miei calciatori». Poi il ct è tornato a parlare di campo, commentando anche le parole di Sarri, che si era detto contento se i suoi calciatori non fossero convocati in Nazionale: «Le considerazioni sono influenzate dal piacere di vivere questo ruolo, cioè sono belle e positive. Poi si trovano problemi e complicazioni, ma fanno parte del gioco. Dipende da me ma sono positivo, è uno stile di vita che mi sono ritagliato per stare bene con questa tuta che ho scelto. Conoscenze le ho approfondite, mi sono sentito con tutti in questo mese. Sono stato in contatto con i miei colleghi, anche chi non conoscevo. È un lavoro bello, stimolante. Bisogna diventare migliori degli altri. Sarri è un collega che stimo, ha amore per il calcio e va sempre a prendere il meglio. Ha detto una cosa corretta, lo dicevo anche io. Noi non glieli vogliamo mandare indietro peggiorati ma migliorati. La nazionale deve stare a cuore a tutti, anche a lui. Vogliamo andare a braccetto con i club per trovare soluzioni».

 

Sul forfait di Immobile: «Ciro aveva un problema fisico, ce lo ha comunicato il medico della Lazio. Poteva non giocare, ho telefonato a Martuscello e Sarri poi ho parlato con Ciro e siamo arrivati a dire che era meglio lasciarlo a riposo, lui aveva questa necessità.

Non ha giocato e c’è stata coerenza. Kean? Per me i calciatori sono creature speciali ma voglio risposte speciali. Qui non si viene a ridacchiare in campo, si sta sereni, ci si diverte. È un gioco serio. C’è un libro degli All Blacks che si intitola "Niente teste di cazzo", lo regalerò a Natale. Non c’è spazio per banalità. Senza arroganza, senza tempo, senza confini, senza, senza. Non c’e spazio per altro, conta il risultato. Dobbiamo costruire qualcosa, usare il tempo in maniera corretta. Ci dobbiamo impegnare in profondità».

Sul suo centravanti perfetto: «L’attaccante perfetto lo sceglierei come quelli che ho, con fisico. Scamacca è tecnicamente più pulito, Kean è più massiccio, per copertura di campo, fa strada in campo. Mi ha fatto una grande impressione quando sono andato a Torino. Kean ha dimostrato di poter vestire questa maglia, ciò che è successo in passato non lo so, ne parlerò con lui. Raspadori ha entrambe le caratteristiche, gli manca l’altezza e la capacità di gestire la ‘palla buttata’. Raspa ha tecnica, destro-sinistro, può giocare anche con un altro centravanti. Sono messo benissimo. Bonaventura? Ho fatto fatica a non chiamarlo l’altra volta, è il Pellegrini della situazione, sa stare anche esterno, gestisce bene la palla, è esperto, ha i gol, l’inserimento. Ero titubante sull’età ma se sta così va portato a fare l’ambasciatore. È il nostro Bellingham».

Sulla situazione degli esterni d'attacco sulla fascia sinistra: «Abbiamo Chiesa, Zaccagni e ci sono anche Kean, Raspadori e pure Zaniolo. E aspetto Zaccagni, vediamo come sta, senza fretta. La Lazio spera che rimanga a Formello ma io devo sentire lui, se mi risponde titubante sta a casa. Qui, forzati, non si viene. Se non si vuole venire basta dirlo. Chiesa? Stavolta lo vediamo qui, ci dicono che non abbia nulla di particolare. La scorsa volta lo abbiamo mandato a casa e dopo due giorn ha giocato, quindi stavolta ci confronteremo con lui e decideremo».

Sul possibile turnover contro Malta in vista dell'Inghilterra: «Non dobbiamo essere presuntuosi nè sentirsi deboli, sono due partite difficilissime ma possiamo dare forza alla Nazionale attraverso i comportamenti. Non abbiamo timore ad andare a Wembley contro chi ha inventato il calcio. Dobbiamo dimostrarci forti». Su Chiesa, convocato anche senza aver giocato nell'ultimo weekend con la Juve: «È successo il contrario un mese fa: lo abbiamo mandato a casa e ha giocato. Stavolta vogliamo valutare, c’è un rapporto di fiducia. Si valuta tra oggi e domani».

Sulle seconde squadre dei club come soluzione per aumentare i convocabili: «Dipende dall’uso che se ne fa, come lavorano, che allenatori ci sono. Una soluzione è anche l’Under 21, ci sono li alcuni alllertati. Se ho troppi giocatori diventa un problema, non voglio creare scontenti. Spinazzola l’ho lasciato a casa malvolentieri, è stato perfetto quando gli ho parlato. Giocando a quattro ho bisogno di terzini ‘guardiani’ non ‘assaltatori’. Sono spiegazioni credibili. Cosa mi aspetto di vedere in questi giorni? Una totale dedizione al sacrificio, all’impegno. Il dover capire che la felicità non è quella che abita in noi ma quella che si riesce a far vivere a chi ci vuole bene. Non è stare qui con le cuffie e sentite la musica. È dare gioia a chi è all’estero perché non ce la facevano ad arrivare a fine mese. Bisogna capire questo. Chi non lo capisce magari continuerà comunque a fare carriera, ma non con me. A difendere sempre i figlioli si sbaglia, quando c’è da chiedere scusa si chiede scusa».

Sul modulo contro l'Inghilterra: «Si può sempre pensare a far qualcosa di diverso dal 3-5-2. Convocando Dimarco, Bastoni, Darmian vuol dire che ho calciatori per farlo se necessario. Quanti allertati ci sono? Cinque o sei. Siamo passati da cinquecento convocabili a centosettanta. Ma io non voglio alibi, ambisco a fare un calcio importante per confrontarmi con il calcio mondiale. Per ora ho avuto buone risposte ma non sono sufficienti. Nei settori giovanili fanno giocare chi pensano siano i migliori, nel calcio europeo prevale la fisicità. Il calcio è diverso, ora si gioca in undici, c’è anche il portiere e andate a vedere i gol che arrivano su prima costruzione dalla porta».

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