Napoli-Real Madrid, Bellingham il predestinato guida l'attacco dei blancos

Sei gol e due assist nelle prime sette partite

Jude Bellingham
Jude Bellingham
di Bruno Majorano
Lunedì 2 Ottobre 2023, 11:00
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«Hey Jude». Un ritornello da predestinato. E infatti in estate Klopp già si fregava le mani. Dove sarebbe potuto finire Jude Bellingham se non da lui, se non a Liverpool? Appena a duemila chilometri di distanza e più precisamente a Madrid. Sì, perché mister 100 milioni (tanto è stato pagato dal Real al Borussia Dortmund) ha preferito il Bernabeu ad Anfield, ha preferito Ancelotti a Klopp, ma soprattutto ha preferito la Spagna alla sua Inghilterra. E ora? I tifosi dei blancos hanno già perso la testa. Sui 21 punti in otto gare in Liga c'è il marchio a fuoco del ventitreenne inglese. Non è solo una questione di risultati: il Madrid ha mostrato una grandissima solidità difensiva e una grande precisione sotto porta. In particolare quella di Bellingham che ha già segnato 6 gol e servito due assist in 7 presenze totali. A Madrid un esordio così scintillante non lo vedevano dal 2009, ovvero dall'arrivo di Cristiano Ronaldo: prima di Bellingham, infatti, il portoghese era stato l'ultimo e anche l'unico giocatore nella storia del Real capace di segnare almeno una rete nelle prime quattro partite in Liga. L'impatto di Bellingham dunque, è stato davvero devastante. Merito anche di Ancelotti, che ha cucito su di lui un 4-3-1-2 tutto nuovo: Bellingham, infatti, viene utilizzato nel ruolo di trequartista alle spalle di due attaccanti con caratteristiche da esterni offensivi, solitamente Vinicius e Rodrygo, e quindi può sfruttare uno spazio lasciato volutamente libero dal suo allenatore. Come se non bastasse, suo il gol a fotofinish in Real-Union Berlino all'esordio in Champions. 

Fermo immagine.

A rendere l'idea dell'impatto devastante e determinante di Bellingham nel mondo Real, basta una fotografia. Anzi, la fotografia. È quella dell'esultanza dell'inglese: lui a braccia aperte sotto la curva dei suoi tifosi. Quell'immagine è diventata un'icona. Al punto tale che quando oggi il Madrid vince (e a segnare è solitamente lui, Jude) tutto lo stadio esulta alla sua maniera: a braccia larghe. Già dimenticato il «Siuuuu» di Cr7? Chissà, ma di sicuro il popolo del Real ha già un nuovo idolo. Perché Bellingham è un ragazzo normale. Legatissimo a mamma Denise, senza la quale non potrebbe mangiare a casa, perché lui non sa cucinare, ma anche a papà Mark al quale deve la passione per il calcio. Bellingham senior, infatti, ha segnato più di 700 gol tra i dilettanti, salvo poi diventare agente di polizia di professione. Mark è stato definito da qualcuno il «Vardy mancato». Jude, che fino a 6 anni non aveva alcun interesse per il calcio, promise al padre che avrebbe provato in tutti i modi a diventare professionista. La sua è una storia che nasce nella città di Stourbridge, a pochi chilometri da Birmingham e vicina al confine con il Galles. Appunto, il Birmingham (che intanto ha già ritirato la maglia numero 22 vestita da Bellingham) che lo prende quando ha 8 anni e lo fa crescere, anche se il Manchester United ha provato in tutti i modi a portarselo via, fallendo la missione. In Inghilterra lo possono apprezzare solo quando indossa la maglia della nazionale (ha giocato anche al Maradona contro l'Italia), e con quella ha già raggiunto un record non da poco. 21 Novembre 2022, prima giornata del Mondiale di Qatar 2022. La partita è Inghilterra-Iran. Le due squadre sono sullo 0-0. Al 35' Jude Bellingham colpisce di testa una palla che è appena entrata nella storia. Quel gol lo manda di diritto nella leggenda. Bellingham diventa il primo giocatore nato dopo il 2000 a segnare nella fase finale di un Mondiale. E chissà se non sia stato proprio quel gol a stregare Florentino Perez e il mondo Real Madrid, che seppur con l'accento spagnolo ha già imparato alla perfezione a cantare «Hey Jude». 

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