Perez, il calciatore dell'Ascoli fa il saluto fascista alla curva. Lui: «La politica non c'entra»

Perez
Perez
di Andrea Ferretti
Lunedì 23 Febbraio 2015, 22:33 - Ultimo agg. 22:34
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ASCOLI La medaglia d'oro al valore militare per attività partigiana brilla sul gonfalone della Provincia di Ascoli. Se poi accade che nella sua città capoluogo, Ascoli, un calciatore fa gol e corre sotto la curva a fare il “saluto romano”, come minimo si scatena la bufera. E finisce che l'Associazione partigiani (Anpi)

si scontra duramente con le esultanze del bianconero Leonardo Perez, centravanti accusato di fare «l'ennesimo oltraggio inferto all'immagine della città di Ascoli». L'Anpi, imperterrita sentinella della memoria, svolge il suo compito in maniera inappuntabile.











L'ACCUSA



A qualcuno probabilmente dà fastidio che un calciatore saluti con una serie di movimenti - ma è solo il frutto di uno scherzo nato in precampionato tra Perez e il compagno di squadra Chiricò - che si conclude con un braccio sollevato in aria che potrebbe riportare a quello di hitleriana o mussoliniana memoria, che i tifosi hanno ribattezzato “il saluto del soldato Perez”. Se poi il calciatore lo fa sotto una curva dove ci sono vessilli bianchi, ma anche neri (i colori sociali), non è certo colpa sua. La polemica, invece, si acuisce eccome. Prima dell'Anpi l'avevano fatto un paio di siti Internet di Pisa e Livorno, piazze (e stadi) dove certi gesti non è peraltro nemmeno consigliabile pensarli.

L'Anpi ha però messo nero su bianco scrivendo al

presidente bianconero Francesco Bellini.



LA RISPOSTA



L'Ascoli Picchio non ha risposto. Sul sito ufficiale

della società l'ha invece fatto Perez, cognome ispanico ma giovanotto pugliese doc: «In merito alle polemiche relative alla mia esultanza dopo i gol, tengo a precisare che la stessa non ha nessun connotato politico e invito tutti a non strumentalizzarla, attribuendole significati che non ha». «Volevamo scriverle da tempo

per segnalare una serie di episodi che vedono

protagonisti alcuni settori della tifoseria locale»

tuona l'Anpi che tira in ballo anche l'antifascismo

professato da Cino Del Duca, benefattore e imprenditore di Montedinove che a metà anni '50 rilevò l'Ascoli trasformandolo nel... suo cognome, che negli anni '20 riparò in Francia dove partecipò alla Resistenza d'oltralpe. I termini usati dall'Anpi sono pesanti. L'Anpi ricorda anche la foto che in passato aveva ritratto l'allora assessore provinciale Andrea Antonini in curva sud con croce celtica sulla sciarpa. «Siamo sicuri che lei condivide le nostre preoccupazioni - conclude l'Anpi - e vorrà farsene carico richiamando giocatori e tifosi al rispetto delle leggi e della memoria antifascista di questa città».