Roma, Mourinho attacca De Siervo: «In Lega c'è gente paracadutata dalla politica. Le critiche al calendario? Non sono alibi»

L'allenatore giallorosso ha parlato in conferenza stampa

Roma, Mourinho: «Dybala e Sanches sono pronti per tornare. Le critiche al calendario? Non sono alibi»
Roma, Mourinho: «Dybala e Sanches sono pronti per tornare. Le critiche al calendario? Non sono alibi»
di Gianluca Lengua
Sabato 4 Novembre 2023, 14:19 - Ultimo agg. 16:00
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José Mourinho va all’attacco e risponde all’ad della Lega Luigi De Siervo che dopo le critiche al calendario di Mourinho, ha affermato che era in cerca di alibi: «Capisco che nel calcio c’è tanta gente arrivata con il paracadute, non è il loro mondo, non lo conoscono. Vengono per status, politica, il bell’abito, la cravatta, non sono cresciuti qui e non sono nati qua. Queste persone le devi rispettare per il suo status e ci sta». Poi conferma la presenza di Dybala e Renato Sanches contro il Lecce. Ecco la conferenza stampa integrale. 

A che punto sono le condizioni di Dybala e Renato Sanches?

«Renato e Paulo tornano in squadra. Non in condizioni ottimali, però, secondo il dipartimento medico e i preparatori sono senza rischio. E senza rischio è quello che abbiamo bisogno di sentire, anche per i giocatori per avere la fiducia sufficiente per giocare in condizioni ottimali. Sono in squadra e ci possono dare una mano. Tutti gli altri che sono fuori, rimangono fuori». 

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Che caratteristiche ha il Lecce?

«È una buona squadra. Se la devo definire velocemente, dico che è una squadra di contropiede. Hanno gente veloce sulle fasce, tanto a destra quanto a sinistra. Hanno soluzioni per cambiare durante la partita. Lo fanno spesso. Hanno un allenatore bravo, che sa anche organizzare la squadra dal punto di vista della costruzione e difensivamente. Hanno fatto un ottimo campionato, hanno perso una partita per numeri esagerati. Nelle altre hanno fatto risultato». 

Vuole rispondere alla critica secondo cui la Roma ha giocato per lo 0-0? Cosa manca alla Roma per giocare queste partite alla pari?

«Non voglio entrare nel piano della critica o della progettazione del futuro. Se mancano cinque titolari all’Inter ce ne sono altri cinque e lo stesso è con Milan, Juve, Atalanta e Fiorentina. Se mancano a noi, non ce ne sono altri cinque».

Bisogna rassegnarsi al fatto che cinque titolari come Smalling, Spinazzola, Sanches, Pellegrini e Dybala potranno esserci sono per brevi periodi?

«Una cosa è un giocatore infortunato, un’altra è uno con una storia clinica.

Chi ha la storia clinica, ciclicamente ha problemi fisici che si ripetono nel tempo. Nel caso di infortuni, se non sono infortuni per contatto o aggressività tipo quello dell’anno scorso di Palomino con Dybala, lo staff tecnico deve fare qualcosa di più in prevenzione. Quando esiste la storia clinica è difficile. Ad esempio, Bale, è stato il migliore al mondo per 4/5 anni e la sua storia clinica non gli permetteva di essere il super Bale. Quando la sua storia clinica non gli permetteva di essere a disposizione, c’erano altri per giocare e mantenere il livello alto. La Roma ha diversi giocatori con una storia clinica e io sono contento di averli e ringrazio quando loro ci stanno. Quando non ci sono, non ci sono. C’è una storia clinica da combattere. Dybala e Sanches non sarebbero qui senza una storia clinica. Smalling? Non parlare con me di contratti. Io ce l’ho avuto allo United, lo conosco da 7/8 anni e sono molto felice quando è a disposizione». 

 

La Roma non avendo altri cinque titolari come può risolvere?

«Sono contento perché non posso avere altro. Ne abbiamo cinque di un altro profilo per sostituire gli infortunati. Bove e Zalewski non sono prodotti finiti. Giocano nella Roma, ma non sono prodotti finiti. Ci sono altre persone per fare le domande. Io do sempre il massimo e per questo non ho approfondito la domanda di prima su come abbiamo giocato a Milano. La cosa peggiore per me è non è essere soddisfatto con me stesso, di sentire che io posso e devo fare meglio. Questo è un sentimento difficile con cui convivere. Dopo l’Inter non ce l’avevo. Era il contrario, abbiamo fatto una partita di accordo con le nostre potenzialità, se avessimo avuto fortuna avremmo fatto noi 1-0 con la palla di Cristante o El Shaarawy a cui hanno fatto un fallo a mezzo metro dall’area. Serve anche un’organizzazione mentale per non perdere quella partita. Io ero triste per lo sforzo dei giocatori che hanno giocato due giorni prima, come Cristante, Ndicka, Romelu che hanno giocato quattro partite di fila 90 minuti. Io ero soddisfatto con me stesso e i ragazzi. Poi, abbiamo perso per un gol che non si deve prendere. La posizione al centro dell’area non puoi mai perderla. I ragazzi hanno fatto bene, qualcuno aveva il giallo da tanto tempo. Se hai modo di cambiare, cambi. La Roma con metà di squadra ha messo in discussione la partita fino alla fine. Non avremo Paredes perché squalificato, metà Paulino e un terzo di Renato. Abbiamo fatto tre vittorie di fila in campionato che ci ha messo più vicino ai posti in cui vogliamo stare. Cercheremo di vincere domani».

Le fascia destra è in difficoltà?

«Cerchiamo di fare il meglio possibile per la squadra. Tutte le scelte sono dettate dalla necessità e prendere il meglio dalla squadra». 

Il calendario porterà una serie di partite clamorosa a dicembre. L’ad della Lega ha detto che se Mourinho parla del calendario vuol dire che è in cerca di alibi. Il calendario è un problema?

«Il numero delle partite lo sappiamo prima dell’inizio del campionato. Sono 38 di campionato, alcune di Coppa ed Europa League. Ci sono squadre che hanno più potenziale per fare tutto questo e altre con meno. Se noi abbiamo sei centrali, possiamo giocare anche ogni tre giorni. Quando ne hai quattro che diventano tre e a volte due, diventa più difficile. Nel calcio, penso che la parola alibi si utilizza di più quando si perde. Di solito nel calcio l’alibi non si utilizza in anticipo. Noi parliamo del calendario dall’inizio del campionato. Non ne abbiamo parlato per la prima volta dopo la sconfitta con l’Inter. Capisco che nel calcio c’è tanta gente arrivata con il paracadute, non è il loro mondo, non lo conoscono. Vengono per status, politica, il bell’abito, la cravatta, non sono cresciuti qui e non sono nati qua. Queste persone le devi rispettare per il suo status e ci sta. Non vale la pena commentare. Come sei io parlassi di fisica atomica, produzione cinematografica. Sono stati paracadutati e arrivati qui e li dobbiamo rispettare per questo. Non sanno che significa giocare tre giorni dopo, l’accumulazione, oppure, lo sanno e fanno finta di non saperlo e sarebbe più grave. In Lega calcio c’è anche gente con storia di calcio, che ha lavorato con le squadre, gente che ha lavorato a livello organizzativo di club, che sa cosa significa recuperare dopo i viaggi. Noi giochiamo in Europa e dopo siamo sempre la squadra che soffre di più in campionato. Se il nostro club non fa questa domanda pubblicamente e a livello istituzionale, sono sempre io a mettermi a parlare delle stesse cose…Forse non dovrei. In questo caso specifico, per me l’alibi nella grammatica calcistica si utilizza dopo. E io parlo di queste cose dall’inizio del campionato. Prossima settimana succederà di nuovo. Ma questo caso dico che è sfortuna. La Lazio gioca in Europa martedì, noi il giovedì, non possiamo giocare il lunedì perché sarà la settimana delle nazionali e la partita dovrà essere domenica. Su questo dico che siamo stati sfortunati. La Lazio avrà un vantaggio e non c’è nulla da dire. Ma tutto quello che è successo fino ad oggi e tornerà dopo, mi fa pensare che la Roma sia penalizzata. Fortunatamente a me sembra che i tifosi non siano scemi, perché se a ogni partita la musica della Lega è fischiata sarà per qualche motivo. Non sono scemi». 

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