La Nigeria, invece, mette in campo tre donne, due nel bob e una nello skeleton. Dal Sudamerica è arrivata una nutrita truppa di atleti brasiliani (10) e argentini (6), per cui correranno anche i fratelli Nicol e Sebastiano Gastaldi, nati a Piove di Sacco (Padova), entrambi al via delle prove tecniche dello sci alpino. Completano la lista Porto Rico (uno sciatore statunitense naturalizzato), la Giamaica (nel bob a 2 femminile e nello skeleton), la Colombia (sci e pattinaggio) e l'Ecuador (nel fondo). Proprio da questo proviene Rodriguez Junbluth, 38 anni, che gareggia nello sci nordico dopo essere stato un sollevatore di pesi. Nel suo paese è diventato quasi una star, è il primo ecuadoregno a partecipare ad un'edizione invernale dei Giochi olimpici: «Mi chiamano lo 'Sciatore dell'asfaltò - racconta - perchè mi allenavo sulle strade con un paio di skiroll portati dalla Norvegia.
Era la prima volta che la gente vedeva qualcosa di simile.
Non capivano bene cosa facevo, erano stupiti». Per poter essere presente a Pyeongchang ha persino dovuto convincere il Comitato Olimpico dell'Ecuador a fondare una federazione degli sport invernali. Dal continente americano arriva anche il rappresentante di Bermuda, al cancelletto di partenza nel fondo. L'Asia, infine, propone un melting pot di atleti, dal Pakistan (sci alpino e fondo) alle Filippine (sci alpino e pattinaggio). Spiccano nell'elenco i fondisti della Mongolia, gli sciatori del Libano e dell'Iran, i pattinatori della Malaysia, lo slalomista di Timor est e la slalomista di Hong Kong, il saltatore dell'India, la nutrita delegazione di Israele. La Thailandia punta sui fratelli fondisti, Mark e Karen Chanloung, nati e cresciuti in Valle d'Aosta, Tonga scommette sul trentaquattrenne Pita Tautatofua, già in gara nel Taekwondo a Rio 2016 e oggi impegnato nello sci di fondo. «Per me è una scommessa - ha detto - che ho fatto all'inizio del 2017, ho scelto lo sport più difficile per questa nuova sfida». Che accomuna tutti, vincitori e vinti.