La carica del generale. Ugo Marchetti, amministratore unico della Salernitana, ha fatto visita allo staff tecnico e (dopo) alla squadra incontrandoli in momenti distinti ma in rapida successione, al centro sportivo Mary Rosy. Ha rivolto loro lo stesso messaggio, in unico filo conduttore. «Macte Animo», il motto dei pionieri granata, è il succo anche del discorso - appassionato, da capo azienda - che Marchetti ha rivolto. Ci crede, anzi ci ha sempre creduto: «Una neo promossa ha come primo obiettivo la salvezza ma con Ribéry e tutti gli altri noi possiamo fare di più, molto di più», aveva detto. Il campo invita a volare basso, però il generale vuole la scintilla, ha compattato e ha invitato a non demordere.
I colloqui con Castori e poi con gli atleti avevano una strategia precisa: analizzare il momento delicato da diversi punti di vista, con gli strumenti di valutazione dell'allenatore e con la voglia di riscatto di chi scende in campo. E poi c'era anche la necessità di cogliere eventuali sfumature o criticità e porvi rimedio. Ha ricevuto, invece, risposte risolute: Castori, che nella sua carriera e anche l'anno scorso ha spesso indossato l'impermeabile (le polemiche dal primo giorno, i riferimenti continui al tiki taka che non c'era, la pareggite poi trasformati in rimonta, rilancio e vittoria con la forza delle proprie idee e del gruppo) continua a credere fortemente, ardentemente al raggiungimento dell'obiettivo salvezza. La squadra riparte dagli undici gol subiti in 270' ma li deve trasformare in rabbiosa reazione, non in paura di risalire la china. Marchetti ha invitato, dunque, a non mollare, a perseverare, perché alle porte c'è l'Atalanta che ieri ha respirato di nuovo profumo d'Europa, impegnata in Champions League contro il Villarreal: la Dea è riuscita a portare a casa un punto, anche grazie a uno strepitoso Musso, ma non riuscendo a sfruttare gli ultimi minuti, giocati in superiorità numerica (2-2 il risultato finale).
Castori e Gasperini, allenatori dell'ippocampo, e della Dea, sono legati da un rapporto di profonda stima professionale. Sono due uomini schietti, non le mandano a dire (leggasi Gasperini e il Papu Gomez, l'anno scorso): rapporto leale e senza muri con i giocatori, in cambio della disponibilità al sacrificio. Sempre, senza se, senza ma e senza cognomi. Castori, che ha affrontato 7 volte Gasperini e lo ha battuto in 4 circostanze, due delle quali in A, ai tempi del Carpi contro il Genoa, chiede e studia una Salernitana che porti pressing a cominciare dagli attaccanti. Al momento, è assai probabile che la Salernitana si schieri con Djuric e Bonazzoli dal primo minuto. Poi all'allenatore non dispiacerebbe utilizzare presto, previo tesseramento, Cedric Gondo, funzionale ad un certo tipo di lavoro di «aggressione» nella metà campo altrui. La necessità di trovare sbocchi potrebbe spingere la Salernitana, adesso, anche a variare qualcosa nella casella del portatore di palla.