Gli allenatori tutte le volte ci provano con le dichiarazioni di rito a far credere il contrario, ma poi quando arriva il weekend e quindi il momento delle scelte ecco che la distinzione tra titolari e riserve diventa evidente. Molto evidente in qualche caso. Un esempio? La Salernitana di Davide Nicola targata 2022-23. Già, lo dicono i numeri. Anzi, i minuti giocati o non giocati fino a questo momento da chi fa parte dell'organico granata. In attesa che l'infermeria si svuoti (Lovato, Radovanovic e Bohinen su tutti) e che qualche calciatore attualmente in ritardo di condizione diventi un fattore per la squadra (Bradaric e Sambia in primis), in casa granata la famosa distinzione tra titolari e riserve si è notata e non poco nella primissima parte di stagione.
In occasione delle sette partite fin qui giocate, infatti, l'undici di Nicola ha subito poche variazioni. Pochissime. Due o tre a giornata, non di più. Dopodiché spazio a scampoli di partita per il resto della rosa. Quegli stessi scampoli che però non hanno mai lasciato a nessuno sia Sepe che Vilhena, loro due sono infatti gli unici granata a non aver saltato neanche un secondo dalla gara d'esordio con la Roma all'ultima contro il Lecce giocata prima della sosta per le nazionali (630' in totali). Dietro di loro un nutrito gruppone dei cosiddetti titolari che ha praticamente giocato quasi sempre: Bronn (616' minuti), Candreva (555'), Mazzocchi (549'), Fazio (540'), Maggiore (512'), Coulibaly (478'), Gyomber (452'), Dia (451') e Bonazzoli (397'). Ma nella squadra «degli uomini di fiducia» di Nicola, seppur allo stato attuale abbiano un minutaggio differente ma esclusivamente per ragioni di condizione fisica, bisogna inevitabilmente aggiungere Daniliuc (214'), Kastanos (170') e il pistolero Piatek (161').
Poi, come detto, spazio ai famosi scampoli di partita. Per tanti granata, sette per l'esattezza. Tra questi, ovviamente, c'è anche Botheim (210') che dopo qualche gara da titolare giocata in avvio di campionato si è poi dovuto sedere quasi sempre in panchina dopo i colpi di mercato messi a segno in chiusura della sessione estiva dal direttore sportivo Morgan De Sanctis.
Nelle tre precedenti esperienze, infatti, le squadre allenate da Delio Rossi (1998-98) e Fabrizio Castori (2021-22) dovettero accontentarsi di quattro punti in sette giornate (pari con l'Empoli e successo con la Lazio nel primo caso, pari con il Verona e successo con il Genoa nel secondo). La truppa di Gipo Viani, invece (1947-48) totalizzò sei punti in sette gare (2 successi e due pareggi), ma era in vigore la regola dei due punti per ogni vittoria. La differenza? L'attacco! Rispetto al passato, questa volta la Salernitana segna decisamente con molta più frequenza. Quasi come se fosse una grande del torneo, e anche in questo caso ci sono i numeri a confermarlo. Anzi, i gol. Con i 10 centri fin qui realizzati Dia e compagni sono la squadra più prolifica della colonna di destra della classifica, la settima se si considera anche quella di sinistra (meglio soltanto Napoli e Udinese con 15 reti, Lazio, Milan e Inter con 13 e Atalanta con 11). Ma per fortuna di Nicola non c'è soltanto l'attacco. Certo nelle ultime due uscite qualcosa non ha funzionato benissimo, ma anche la difesa in diversi momenti ha comunque dato risposte confortanti. A partire da Sepe che non solo ha all'attivo due clean sheet, ma anche ben 24 parate. Un dato che lo rende uno dei portieri più reattivi in questo avvio di stagione. In A solamente Radu della Cremonese con 40, Dragowski dello Spezia con 33 e Montipò del Verona con 29 hanno totalizzato più interventi. Non avrà un posto sul podio, così come il consenso di tutta la piazza, ma intanto Sepe resta uno dei titolari inamovibili della Salernitana targata Nicola.