«Salernitana in linea, il Lecce è più squadra»

De Canio: «Nicola? L'anno scorso ha fatto un miracolo»

Gigi De Canio
Gigi De Canio
di Alfonso Maria Avagliano
Giovedì 26 Gennaio 2023, 08:51 - Ultimo agg. 08:52
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Vigilia di Lecce-Salernitana, Gigi De Canio va controcorrente e predica equilibrio da un osservatorio distaccato. «L'ippocampo è in linea con gli obiettivi, dov'è il dramma?», si chiede l'esperto allenatore che in passato ha guidato i salentini e da giocatore ha vestito il granata (1981/82).

Due punti in sette partite, mister: l'involuzione resta. Come se la spiega?
«Non vorrei essere frainteso, però partirei da un concetto: Nicola e i calciatori hanno abituato male l'ambiente. Hanno fatto subito risultati positivi e tutti, in primis i dirigenti del club non molto esperti, hanno pensato che il campionato potesse essere un altro. In realtà le potenzialità sono queste, devi lottare per non retrocedere. Quando ti affacci in A dopo anni di categorie inferiori, peraltro avendo cambiato proprietà, è difficile avere stabilità immediata. Vanno affrontati step di crescita tecnica, tattica, fisico-atletica, nella capacità di scegliere i calciatori giusti. Bisogna attraversarli con serenità guardando alla propria dimensione con consapevolezza e competenza. Mi riferisco a tutte le componenti. Certamente ci sono cose che allenatore e giocatori possono aggiustare».
 

Contrario dunque all'esonero di Nicola, al di là del fulmineo reintegro?
«Non vivo direttamente la situazione, ognuno avrà riflettuto e agito come ha ritenuto opportuno. Quando dico che serve più equilibrio mi riferisco a questo ma pure a tanto altro, ad un modo di pensare. Non occorre trovare un capro espiatorio, così non si fa il bene della Salernitana. Ad oggi la sua dimensione è di squadra che deve salvarsi. Servono tempo, programmazione e competenze. Sull'esonero ci può stare che una società non sia soddisfatta del rendimento in relazione agli investimenti, però bisogna valutare sempre tutto con calma e non decidere di pancia. L'errore dell'ambiente è farsi prendere dal pathos dei momenti: se va bene ci si lascia andare a proclami roboanti, se va male si fanno processi. Non funziona così».
 

Cosa non è andato sul campo?
«La Salernitana ha perso partite che sulla carta poteva perdere. Il problema è che l'ha fatto in malo modo. Magari l'aspetto tattico può essere corretto, ma se ne parla e si trova una soluzione insieme. Questo è il modo di affrontare le difficoltà. Facendo ognuno la propria parte si può uscire da un momento forse ingigantito».
 

I risultati sono unica medicina. Quanto è importante far punti al Via del Mare?
«Tanto, contro una squadra della stessa fascia. Peraltro il Lecce vinse all'andata e bisogna dare peso agli scontri diretti. Ogni gara assume un rilievo grosso per l'atmosfera che si respira, non ci si può nascondere. Occorre una prestazione convincente, perché nel girone di ritorno i punti contano di più. Ci sono difficoltà oggettive per i granata: i giallorossi non sono più forti ma più squadra, come idea di gioco, compattezza e convinzione. Hanno mantenuto le stesse prerogative del torneo di B vinto brillantemente».
 

Che dice del fattore campo?
«Un aspetto positivo per entrambe. Anche il Lecce avrà pressione, vale quel che diciamo per la Salernitana: deve sfruttare il turno casalingo e soddisfare i tifosi battendo un avversario arrabbiato e determinato. Al cavalluccio servono lucidità e chiarezza nel modo di stare in campo e nei compiti assegnati, oltre a nervi saldi. Il match col Napoli ha espresso una sorta di condizionamento: bisogna uscirne, ripristinare la condizione psicologica e attendere risposte anche dai giocatori».
 

Ha allenato Nicola in passato.
«Un bravo ragazzo, sempre schietto e perbene.

Sembrava burbero ma ha grandi sentimenti. Purtroppo con me non fu fortunato. A Pescara si fece male, poi a Siena facemmo il percorso con l'equilibrio di cui parlavo prima. L'anno scorso ha fatto un miracolo e l'aveva fatto già a Crotone: lì fui chiamato prima di lui ma rifiutai, non ci credevo. Lui ebbe invece il merito di farlo ed è stato premiato».


Lì dietro bisogna stare attenti a?
«Sé stessi. Per una che risale, un'altra si addormenta; non solo i giocatori o l'allenatore che sbaglia formazione ma tutti coloro che concorrono al bene di una squadra, se non sono presenti. I granata devono fare ciò che sanno e ricreare il clima che ha consentito loro, tra le altre cose, di andare con personalità a strappare un punto alla Juventus, mettendola in difficoltà per un'ora e passa di gioco. Se è stato possibile allora, può esserlo anche adesso».

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