Avellino, l'invocazione al bomber: «Marconi, facci un gol»

Prelevato dal Sudtirol ma al Partenio non ha ancora segnato

Michele Marconi
Michele Marconi
di Marco Ingino
Giovedì 23 Febbraio 2023, 09:54 - Ultimo agg. 11:30
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La maledizione dell'attaccante di razza, che arriva ad Avellino e smarrisce la strada del gol, aleggia già sulla sua testa. Come era ampiamente prevedibile, sono bastate tre gare a secco per far storcere subito il muso a chi sogna di rivedere in Michele Marconi il trascinatore alla Raffaele Biancolino, bomber simbolo di ben 4 promozioni conquistate con la maglia biancoverde. Partendo da Baiano e Ravanelli per arrivare a Murano e Plescia, invece, sono tanti coloro i quali sono incappati nel tunnel delle polveri bagnate e delle feroci critiche smarrendo in Irpinia la strada della rete.

Jacopo Murano, bomber triste prelevato un anno fa dal Perugia in B e ceduto lo scorso gennaio in prestito al Potenza, oltre ad essere l'esempio negativo più recente è anche quello che ha in comune con Marconi la gioia del sigillo all'esordio contro la squadra lucana.

Per la verità, con addosso ancora l'adrenalina della serie B lasciata a Bolzano, Marconi al Viviani si presentò addirittura con una doppietta. Due squilli a cui non hanno finora fatto seguito altri acuti nelle partite disputate contro il Crotone, il Cerignola e la Viterbese. Tre partite a secco, di cui due al Partenio-Lombardi, per un attaccante invocato come il Messia. Di conseguenza, alla luce dei preoccupanti precedenti, onde evitare che il suo digiuno inizi a destare sospetti e paure benché si sia appena entrati in tempo di quaresima, quella di sabato contro il Francavilla sarà una partita delicata anche per lui che andrà a caccia della prima gioia davanti ai suoi nuovi tifosi. A suo merito, però, va detto che finora è bastata la sola presenza dell'ex Sudtirol nel reparto avanzato per rivitalizzarlo in termini di prolificità. A parlare in tal senso sono le 8 reti segnate in 4 partite. Una media importante che è lecito sperare di migliorare anche a livello individuale perché il pedigree di Michele Marconi è di tutto rispetto. Per lui parlano le 428 partite tra i professionisti e i 112 gol messi a segno in carriera, tra la serie A, la B e la Lega Pro con le maglie di Atalanta, Grosseto, Lumezzane, Lecco, Pavia, Pergolettese, Spal, Venezia, Alessandria, Pisa e Sudtirol.

Un fiuto del gol innato che il 33enne toscano dimostrò di avere fin dal 2007, anno del suo esordio nella Primavera orobica in cui venne spesso paragonato a Pazzini per il suo colpo di testa, ma anche i movimenti a favorire gli inserimenti dei compagni. Non a caso in quella stessa stagione Marconi giocò anche 4 volte nella massima serie andando persino a segno. Gloria probabilmente arrivata troppo presto perché la successiva esperienza in B a Grosseto, a pochi passi dalla sua Massa, fu negativa soprattutto sotto l'aspetto dell'autostima. Dopo aver girovagato per altri cinque anni tra Lumezzane, Lecco, Pavia, Pergolettese, Spal e Venezia, Marconi trovò la sua consacrazione ad Alessandria.

Nella città piemontese, il calciatore ambidestro diventò ben presto una vera e propria bandiera del club. Nel campionato 2014-2015 collezionò 35 presenze impreziosite da 9 reti e 5 assist. Malgrado ciò, due anni dopo, lo zingaro del gol si ritrovò nuovamente in prestito al Lecce raggiungendo i Playoff di Lega Pro. Rientrato in Piemonte, Marconi conquistò il titolo di cannoniere e la coppa Italia di C con 29 presenze e 13 goal. Bottino migliorato a Pisa tra C e B con 102 presenze e 43 reti. Spettacolare il suo ultimo anno in cadetteria all'ombra della torre pendente con 15 reti in 30 gare prima dell'ennesimo dirottamento ad Alessandria (181 presenze e 50 gol in totale) e la sfortunata parentesi di Bolzano di quest'anno. Con la maglia del Sudtirol, infatti, nel girone di andata Marconi ha disputato appena otto spezzoni dal momento che si infortunò, dopo appena 12 minuti, nella prima gara di campionato contro la Reggina incappando in un grave stiramento alla coscia sinistra da cui è guarito il 27 novembre scorso. Quanto basta per capire che anche lui ha bisogno di tempo per carburare. La speranza è quella che possa farlo a suon di reti in modo da tener fede alle aspettative di chi (Rastelli in primis) lo ha inseguito tra le Dolomiti, corteggiato a lungo, messo sotto contratto con un triennale faraonico e accolto come il salvatore della patria.
 

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