Avellino, vittoria da grande squadra

Risultato fissato sul 3 a 1 anche perché Rastelli è passato al 3-5-2

Nicola Rastelli
Nicola Rastelli
di Marco Ingino
Martedì 7 Febbraio 2023, 08:09
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Dai fischi di otto giorni fa per il pareggio in casa contro il Monopoli agli osanna per la vittoria contro il Crotone. Otto giorni intervallati da 7 gol realizzati e 6 punti conquistati insieme al settimo posto, a tre lunghezze dalla quarta posizione. Roba da far sognare ad occhi aperti l'infreddolito pubblico del Partenio Lombardi riscaldato da una squadra che è uscita trasformata dal mercato di riparazione.

La prova è arrivata contro la seconda della classe che ha ancora 23 punti di vantaggio sui lupi ma, da ieri sera, ha smesso di inseguire il Catanzaro. Non a caso, alla terza partita nell'arco di otto giorni, ma per entrambi con l'obbligo della vittoria, Rastelli e Lerda hanno messo da parte il turn over schierando l'artiglieria pesante rimasto a loro disposizione al netto di squalifiche, infortuni e forfait della vigilia.

Imprevisti che hanno caratterizzato soprattutto il fronte biancoverde perché, alle assenze annunciate dello squalificato Russo e degli infortunati

Dall'Oglio e Aya, si sono aggiunti i forfait di Matera, che ha accusato un risentimento muscolare nel corso della rifinitura, Di Gaudio, out per un fastidio al ginocchio, e Rizzo, fuori causa per un grave problema familiare. Defezioni che, sulla falsa riga del 4-3-2-1 varato a Potenza, hanno favorito la conferma di Ricciardi sul versante destro della difesa, il lancio di Mazzocco in mediana e quello di Kanoute in attacco a completare il tridente con Trotta e Marconi. Sapendo di doversi giocare il tutto per tutto, invece, nel suo speculare 4-3-3, Lerda ha inserito D'Errico, D'Ursi e Cernigoi, acquisti del mercato di gennaio condotto senza risparmio nella speranza di agganciare il lanciatissimo Catanzaro. Speranza evaporata in Irpinia contro un Avellino che è partito con il piede pigiato sull'acceleratore e già al terzo minuto ha chiamato l'ex Dini all'uscita plastica per anticipare Marconi. Per fermare l'ex pitagorico Trotta, che dieci minuti dopo ha ubriacato Crialese arrivando al suo cospetto, Dini si è dovuto invece esibire in una parata alla Garella.

Preludio al vantaggio arrivato al 17esimo grazie a Mazzocco. L'ex Cittadella, al limite dell'area, si è destreggiato in maniera impeccabile indovinando la parabola di sinistro che ha bucato l'immobile e incolpevole Dini quasi all'incrocio dei pali. Un gol da cineteca che ha riscaldato almeno per qualche secondo gli oltre tremila del Partenio Lombardi che hanno sfidato il freddo polare. Immediata e veemente la reazione dei calabresi che, nel giro di dieci minuti, hanno sfiorato due volte il pari con Chiricò. L'ex Padova ci ha provato prima con un sinistro a giro, uscito di poco, e poi con un pallonetto disinnescato da Ricciardi sulla linea. Un fuoco di paglia spento da un Avellino mai così rabbioso, concreto e convincente. Dopo una doppia parata di Dini su uno scatenato Tito, infatti, D'Angelo ha emulato il suo dirimpettaio Mazzocco con un potente destro da fuori area che, con l'aiuto del palo, ha bucato per la seconda volta Dini alla mezz'ora. Il palermitano ha esultato esibendo la maglia di Rizzo. Scena da libro cuore che ha intenerito fin troppo quello di Kanoute. Il senegalese, scattato sul filo del fuorigioco, un minuto dopo si è trovato davanti a Dini che lo ha stregato in uscita disperata mantenendo il Crotone in partita. Fino all'intervallo, però, i pitagorici sono riusciti a fare solo il solletico a Pane chiamato in causa dal solito Chiricò e da Cernigoi. Nella ripresa, per provare a rivitalizzare la sua squadra, Lerda ha lasciato Carraro e D'Ursi nello spogliatoio proponendo i più offensivi Tribuzzi e Kargbo.

Una doppia mossa che ha permesso ai pitagorici di alzare il baricentro portando subito una doppia minaccia a Pane con un colpo di testa di Cernigoi, terminato alto, e un sinistro dal limite di Petriccione uscito di un metro. Due pericoli bilanciati solo in parte da un contropiede di Trotta con un sinistro velenoso disinnescato in due tempi da Dini. A testa bassa e con la rabbia di un animale ferito, il Crotone ci ha provato in maniera pericolosa a metà della ripresa con un sinistro di Crialese, salvato quasi sulla linea da Tito, e l'ennesimo mancino velenoso di Chiricò che, solo per una questione di centimetri, non ha fatto secco Pane. Pericoli in successione creati dal Crotone anche per un calo fisico dei centrocampisti irpini. A cavallo della mezz'ora, tuttavia, nel bene e nel male è salito in cattedra Trotta. L'ex più atteso in mischia ha trovato la zampata vincente ma, senza nemmeno avere il tempo di essere festeggiato dai compagni, si è ritrovato ad agganciare in area Kargbo. Rigore sotto gli occhi di Ciampi e magistrale trasformazione di Gomez. Risultato fissato sul 3 a 1 e non più schiodato anche perché Rastelli è passato al 3-5-2, sfiorando il poker con Maisto.

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