Lazio, Sarri: «Il nostro ambiente è devastante. Sull'altra sponda farebbero i fuochi d'artificio in piazza»

Le parole in conferenza stampa di Maurizio Sarri

Lazio, Sarri: «Il nostro ambiente è devastante. Sull'altra sponda farebbero i fuochi d'artificio in piazza»
di Valerio Marcangeli
Martedì 12 Dicembre 2023, 20:03 - Ultimo agg. 20:08
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Alla vigilia del match contro l’Atletico Madrid, come di consueto per la Uefa è andata in scena la conferenza stampa di Sarri direttamente dal Wanda Metropolitano. Ecco come si è espresso l’allenatore della Lazio.

C’è la voglia di arrivare primi tra i suoi calciatori?

«Sono della mia teoria che le partite quando sono in programma vanno aggredite altrimenti le subisci e fai male. In allenamento comunque non mi è sembrato e giocare in questi stadi con questi avversari è sempre stimolante. Spero che abbiano la testa sulla partita e non su delle valutazioni stupide. Poi il primo posto sembra che non conti, ma non è così».

Si aspetta che sia cambiato qualcosa rispetto a Verona?

«Spero sia cambiato poco se non l’errore concesso in trenta secondi. Avevo la sensazione che avevamo fatto gara di alto livello e i numeri me lo hanno confermato. Mi aspetto che la squadra si ripeta e migliori la prestazione»

Su Pedro…

«Io penso che avere fiducia in Pedro sia facile, basta leggere il suo curriculum. È tra i tre giocatoi che hanno vinto più trofei al mondo penso, tecnicamente è un fenomeno, ma è chiaro che a 36 anni non ci può garantire spesso i 90 minuti. Comunque è bellissimo vederlo allenarsi perché lo fa con lo spirito di un 18enne. È un onore e un piacere»

Su Immobile e la formazione…

«Ciro c’è. La formazione non l’ho ancora decisa, altrimenti domani che ca*** faccio? (ride, ndr). L’unico sicuro penso sia Gila, poi vediamo. Castellanos? Non farò tante valutazioni sulla prossima partita perché ha la sua valenza. Sembra inutile, ma c’è un qualcosa in ballo che potrebbe essere pesante. Per le scelte non penserò alla prossima partita».

Su Morata…

«Non è vero che non è andato d’accordo con me. Alvaro è straordinario, anzi è uno dei centravanti più adatti a me, ma in quel periodo al Chelsea era nervoso, non stava più bene a Londra. Era quello il suo problema, ne abbiamo parlato anche l’ultima volta che ci siamo visti».

Quali aspetti avete migliorato? E su Luis Alberto…

«Abbiamo ritrovato un minimo di solidità come lo scorso anno e questo ci ha aiutato, ma è chiaro che a livello offensivo non siamo ancora i soliti. Luis Alberto? È stato fuori pochissime partite finora, solo due. Per noi è importantissimo».

Questo è un ottavo di finale per voi?

«Noi già abbiamo fatto un miracolo ad andare agli ottavi. Ora il paragone non regge, l'Atletico è palesamente di una categoria superiore però siamo qui e ce la giochiamo. L’ambiente laziale è devastante, ma non il club, intendo il contorno. Vengono create delle aspettative inarrivabili che provocano frustrazione. A me no, ma perché ho un’età diversa e posso sorvolare. Quelli di 20 anni fanno più fatica. Veniamo da due vittorie e un pareggio e c'è aria da funerale.

Sulla sponda opposta farebbero i fuochi d’artificio in piazza. La Lazio ha fatto due volte gli ottavi negli anno duemila. Siamo tra le 16 squadre più forti della Champions sì, ma non d’Europa perché in Premier ce ne sono altre più forti. Le possibilità con Atletico e Inter sono poche, ma ce le vogliamo giocare bene».

In cosa è cresciuta la Lazio rispetto all’andata?

«In quel momento eravamo in grande difficoltà. Oggi abbiamo alti e bassi, ma stiamo meglio. L’Atletico non penso sia cresciuto poco. In questo stadio poi vincono in pochi. Con la Juve qui ero in vantaggio 2-0 e negli ultimi minuti hanno fatto un assalto all’arma bianca pareggiando. Menomale che l’arbitro ha fischiato la fine».

Su Simeone…

«Io quest’anno li hi visti giocare con Griezmann a centrocampo più due punte: mi sembra troppo di parlare di atteggiamento difensivo. Poi quando si difendono lo fanno in maniera tosta, ma hanno numeri offensivi impressionanti».

Ancora sull’ambiente e i tifosi...

«Questo ambiente ha bisogno di calmarsi, non di accendersi. Se diventa logico diventa anche ottimista. Se ti aspetti cose astruse è tutto fuori luogo. Il nostro pubblico comunque risponde quasi sempre. Hanno fame di Champions visto che negli ultimi venti anni è stata fatta in due occasioni prima di questa. Della partita di Verona la rabbia più grossa è stata deludere tutte le persone che erano lì».

Può essere motivo di orgoglio poter interrompere la serie di vittorie dell’Atletico Madrid?

«A me interessa arrivare primo, non interrompere il loro record. Questi numeri dimostrano quanto loro sono forti in questo stadio. Che era dura già lo sapevamo. Questo ambiente piace molto e se dovessi scegliere una squadra per allenare sceglierei proprio l’Atletico. Poi è giusto che ci rimanga Simeone per altri dieci anni sia perché sta facendo un lavoro straordinario e sia perché io tra una decina di anni smetto. Ma dieci anni fa ti avrei detto di voler allenare qui».

Sulle differenze con lo scorso anno...

«A livello di palleggio stiamo facendo meglio dell’anno scorso, abbiamo più velocità di trasmissione. Molti dati sono simili alla passata stagione. Nell’ultima partita abbiamo avuto un indice di protezione d'area che in vent’anni non ho mai visto. Il problema è che abbiamo abbassato il numero di palloni giocati nelle altre aree, che creiamo un’occasione da gol in meno a partita e che abbiamo una percentuale di realizzazione molto più bassa».

Infine sui valori...

«Lo scorso anno siamo arrivati secondi perché tre squadre erano in corsa in Champions, hanno lasciato punti per strada e noi ci siamo inseriti, ma il valore delle rose è molto differente. In questo girone penso che il Celtic non sia più forte di noi, ma sul Feyenoord ho dei dubbi. Secondo me tra loro ci sono minimo 5 giocatori che entro due anni giocheranno in Premier».
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