Polito, un napoletano per spezzare
il cordone tra Napoli e Bari

Polito, un napoletano per spezzare il cordone tra Napoli e Bari
di Francesco De Luca
Lunedì 14 Giugno 2021, 16:00 - Ultimo agg. 15 Giugno, 08:00
2 Minuti di Lettura

«Gestione del mercato indicato da chi è al Napoli? Noi siamo il Bari, le scelte tecniche saranno mie. Rispetto ovviamente chi sta a Napoli, ma a Bari con il presidente deciderò io». Ci voleva un napoletano, Ciro Polito, per spezzare il cordone che lega le dirigenze del Napoli e del Bari, i due club della famiglia De Laurentiis. Dal 2018, l'anno in cui è iniziata la seconda avventura calcistica del produttore cinematografico, le indicazioni arrivavano da Castel Volturno, cioè dal direttore sportivo del club azzurro Cristiano Giuntoli, che aveva piazzato a Bari prima Matteo Scala, da un anno team manager del Napoli, e poi Giancarlo Romairone, licenziato nello scorso febbraio da Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio e numero uno del club pugliese che ha fallito anche quest'anno il salto dalla C alla B. 

Polito, ex ds dell'Ascoli, è stato scelto per ricostruire la squadra e restituire fiducia alla tifoseria barese, avvilita per i risultati. Spese milionarie e modesti risultati. I De Laurentiis hanno invertito la rotta, ritirando la “delega” a Giuntoli sul Bari. Il rapporto tra il presidente del Napoli e il suo direttore sportivo si è incrinato nello scorso gennaio, quando gli azzurri deludevano in campionato. A differenza di Gattuso, il dirigente è rimasto al suo posto, anche perché vincolato da un ricco contratto pluriennale. Non dovrà più occuparsi degli affari del Bari. Ci penserà Polito, che aveva aperto la sua carriera da portiere alla Salernitana e l'ha chiusa alla Juve Stabia, dove ha iniziato quella di direttore sportivo. «Decido io qui a Bari».

Era ciò che i tifosi baresi volevano sentirsi dire, stanchi di sentirsi una succursale del Napoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA