Champions League, sorteggi quarti: comanda la scuola degli allenatori italiani

L'Europa celebrare il ritorno tre le big di Milan, Inter e Napoli

L'abbraccio tra Luciano Spalletti e Khvicha Kvaratskhelia
L'abbraccio tra Luciano Spalletti e Khvicha Kvaratskhelia
di Pino Taormina
Venerdì 17 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 12:55
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L'orgoglio del calcio italiano. Ma sì, l'Italia c'è. Da tutta Europa si levano ora i peana a celebrare il rinascimento azzurro che passa per il ritorno tre le big di Milan, Inter e Napoli che approdano ai quarti ma soprattutto per i quattro tecnici made il Bel Paese che conquistano la top 8 della Champions League. Eccoli lì: Pioli, Inzaghi, Spalletti e Ancelotti. La rivincita contro tutti e una spericolata inversione a U a chi considerava la scuola made in Italy ormai al tramonto. Macché: re Carlo è sempre lì, è lui il detentore della coppa dalle grandi orecchie, conquistata con il Real Madrid dopo aver fatto a fette tutte le avversarie e conquistato anche la coppa del mondo per club. Arranca dietro al Barcellona in Liga, ma appena Benzema sente la musichetta della Champions si infiamma.

Eravamo quattro amici al bar.

Ma almeno, l'Italia s'è desta, e il tecnico del Napoli è tra i primi a indossare l'elmo: «È un appuntamento storico quello che abbiamo conquistato», dice Lucianone da Certaldo che con il suo gioco all'olandese, o alla napoletana, ha stregato l'Europa dopo aver stracciato la concorrenza in Italia. Poi ci sono Pioli e Inzaghi che approdano ai quarti nel rispetto del canone all'antica del catenaccio e del contropiede. Che male c'è? Due 0-0 nelle gare di ritorno, capitalizzando i rispettivi 1-0 a San Siro. Porto e Tottenham sono stati messi in riga così, segnando un golletto e non prendendone neppure uno. Non certo come ha fatto Spalletti: prima ha dato lezione all'Eintracht a casa sua (e il catenaccio lo hanno fatto i tedeschi) e poi gli ha rifilato altri tre gol al Maradona. Senza fare calcoli. E poi c'è lui, l'eterno Ancelotti. Quello che dopo aver spazzato via il Liverpool (da 0-2 a 5-2 ad Anfield) ha spiegato le regole del calcio, alla faccia del tiki-taka, di Lobotka, della tattica di Lucianone e così via: «Nel calcio serve un attaccante che segna, un portiere che para e dei centrocampisti che corrono». A Klopp, eliminato, sarà venuto il magone. Eppure i magnifici quattro rivalutano il nostro calcio dopo tante considerazioni: evidentemente non è così depresso. Siamo rientrati nel gotha europeo, anche con l'approdo dei tre club di serie A (alla faccia dei ricchi della Premier). Ancelotti ha vinto la Champions nel 2022 e quindi non si sa fino a che punto si possa parlare di rivincita, ma di certo è la prova che gli allenatori italiani hanno dei valori: prima di tutto, la cultura del risultato. Tranne, forse, proprio Spalletti che nel dna del Napoli ha immesso il gioco a tutti i costi, al di là della vittoria. Lucianone conquista i quarti con 26 gol fatti, sette vittorie su 8 gare. Nessuno come il Napoli. Sventoliamo il tricolore, dunque, per questo scacco alla Champions.

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Non proprio quattro amici al bar, Pioli, Inzaghi, Ancelotti e Spalletti. Un record averne così tanti. Ancelotti è il decano della competizione. Vincitore di quattro Champions League da allenatore, per lui si tratta della tredicesima volta ai quarti di finale del torneo: è il suo territorio di caccia, ci sguazza come un bambino in una pozzanghera. Che volete che emozioni possa provare oggi in attesa dell'avversario? Spalletti ci torna dopo 15 anni: era alla guida della Roma che eliminò il Real Madrid agli ottavi, perdendo poi con il Manchester United. Ed è un esordio, invece, per Inzaghi che aveva raggiunto questo traguardo da calciatore con la Lazio, nella stagione 1999-2000. I biancocelesti, allora guidati da Eriksson, vennero eliminati dal Valencia. E da tecnico è un debutto anche per Stefano Pioli che ha centrato l'obiettivo al terzo tentativo dopo l'eliminazione lo scorso anno nella fase a gironi e, nel 2015-2016, ai preliminari alla guida della Lazio. Da calciatore, Pioli ha giocato i quarti nella stagione 1984-1985 con la Juventus (si chiamava ancora Coppa Campioni), disputando 45 minuti del match di ritorno con lo Sparta Praga. Per arrivare fino in fondo ce ne vuole: però, eccoli lì. Una finale tra tecnici italiani? Bisogna aspettare e sperare nei sorteggi. Di certo, l'Italia s'è desta. Non è male. Dopo che per tre anni ha vinto la scuola tedesca con Jurgen Klopp, Hansi Flick e Thomas Tuchel. Poi l'irruzione del re di coppe. Ora i magnifici quattro ci provano. 

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