Dalle "Garellate" a "Garellik", storia
​del portiere che parava con i piedi

Dalle "Garellate" a "Garellik", storia del portiere che parava con i piedi
Dalle "Garellate" a "Garellik", storia del portiere che parava con i piedi
Venerdì 12 Agosto 2022, 14:41 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 02:19
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«Fu Viola a coniare il termine Garellate. Non me la presi più di tanto, anche perché poi diventai Garellik». Claudio Garella è scomparso il 12 agosto 2022 all'età di 67 anni. Il portiere che parava con i piedi ci lascia il suo talento unico, originale, fatto di ingredienti rari che portano alle chimiche splendide e assurde del calcio. In un'intervista a Sky di qualche anno fa, il portiere che riuscì a vincere gli scudetti "impossibili" con Verona e Napoli racconta la sua vita. Il suo difetto, la poca coordinazione, divenne un'arma insuperabile per gli attaccanti.

Claudio Garella, il portiere che parava con i piedi

«La prima grande occasione fu un fallimento». Claudio Garella qualche anno fa, nel presentare la sua avventura da allenatore di seconda categoria con il "Barracuda", ricordò la sua storia.

Che iniziò in serie A con la Lazio: «Ero troppo giovane. Il direttore sportivo della Lazio era Janich, mi mandarono in Serie B. Ma io dissi, tornerò in serie A». Dopo alcune partite sbagliate, a Roma i primi soprannomi: "Paperella". «E le Garellate. Fu un termine se non sbaglio coniato da Viola, il presidente della Roma. Ma nel calcio queste cose ci stanno. Come quelle belle, come "Garellik". Un giornalista di Verona scrisse questo soprannome in un articolo in cui diceva che mi nascondevo e facevo paura agli avversari, come Diabolik». Tante parate incredibili, molte con i piedi. Garella nell'intervista ricorda: «Paravo in tutte le maniere, un giorno anche con una rovesciata. Ho incorniciata una frase di Agnelli: "Garella è il portiere più forte del mondo senza mani". Una grande soddisfazione».

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