Il Napoli mette le mani avanti:
con l'Inter porte aperte o rinvio

Il Napoli mette le mani avanti: con l'Inter porte aperte o rinvio
di Pino Taormina
Domenica 1 Marzo 2020, 09:11 - Ultimo agg. 12:34
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Un'onda anomala che rischia di travolgere ogni cosa. E allora il Napoli, sentendo puzza di bruciato, mette subito le mani avanti: nessuno pensi di far giocare Napoli-Inter a porte chiuse. Già, poche ore dal provvedimento che fa slittare al 13 maggio la gara tra nerazzurri e bianconeri all'Allianz Stadium (e altre quattro partite del campionato di serie A) ed ecco che all'orizzonte rischia di esserci già un'altra polemica: perché la semifinale di ritorno di Coppa Italia, in programma giovedì, il Napoli vuole che venga giocata come da programma. Con le stesse disposizioni messe in atto per l'altra semifinale, mercoledì sera, tra Juventus e Milan: ovvero a porte aperte e con il divieto di accesso per i tifosi provenienti dalla Lombardia, dal Piemonte e da tutte le altre regioni coinvolte dal focolaio di Coronavirus. Ecco, si faccia la stessa cosa per la gara di giovedì. La posizione è stata chiarita ieri sera, dopo la vittoria sul Torino, dal tecnico Gattuso: «Non sono d'accordo, perché o si giocano tutte o si ferma il campionato. Ha valore diverso giocare adesso o fra un mese o due mesi. Il Torino aveva 4 o 5 diffidati e sette giorni fa non ha giocato con il Parma. E poi mi piace vedere i tifosi sugli spalti. O si gioca o non si gioca, il campionato adesso è falsato. Perché giocare tra un mese o due mesi è diverso. E giocare con una squadra che non gioca per una o due settimane è una cosa differente. Ci sono tanti soldi in ballo, le società sono aziende. Bisogna fare le cose per bene. Credo che non sia corretto giocare il 13 maggio, bisogna trovare delle date per far giocare subito queste partite. Ha una valenza differente. Anche se sappiamo che è la salute la cosa che più conta ma l'idea di far spostare a maggio le partite previste adesso non piace».

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De Laurentiis è preoccupato: già non condivide la decisione di far saltare la giornata di campionato come da programma, non accetterebbe facilmente decisioni che possano modificare lo svolgimento della semifinale di giovedì. E ha già allertato la Lega, la Figc e il Coni: se Prefettura o la Presidenza del consiglio dei ministri dovessero decidere, per un motivo o un altro, che anche a Napoli debbano essere applicare misure di emergenza sanitaria, Napoli-Inter va disputata in altra data. E con i tifosi sugli spalti (già venduti quasi 38mila biglietti). Esattamente come per Juventus-Inter. D'altronde, la decisione di far slittare le gare è arrivata da Figc, Lega e Coni e quindi è con loro che il Napoli è pronto ad alzare la voce. Ieri al San Paolo, per la gara con il Torino, nel settore ospiti erano, in ogni caso, 52 i tifosi granata che arrivavano da sotto la Mole. Senza controlli ai prefiltraggi con termoscanner o altro.

BRACCIO DI FERRO
Va da sé che già per i residenti in Lombardia la trasferta al San Paolo è vietata per motivi di ordine pubblico: il settore ospiti resterà chiuso perché da tempo questa non è una partita come le altre, ma ad alto rischi di incidenti. Ma è una sfida che da qualche giorno è divenuta un braccio di ferro, un risiko di poteri: perché l'Inter, per provare a recuperare quanto prima la gara non disputata con la Sampdoria, aveva fatto pressioni sulla Lega per giocare con i doriani proprio giovedì sera. E far spostare la semifinale con il Napoli in un'altra data. Magari a maggio. Ma senza intesa il primo assalto di spostare il match è saltato. Adesso, all'orizzonte, c'è quest'altra ipotesi. Inutile sottolineare i motivi sportivi del no del Napoli: parte da un vantaggio di 1-0 e giocherà davanti ad almeno 40mila spettatori (si perderebbe anche un discreto incasso ed è giusto che non sia così). Peraltro, è senza dubbio la partita più importante di questa stagione, perché gli azzurri possono davvero sognare di conquistare la Coppa Italia. Insomma: il Napoli fa sentire la sua voce e davanti all'ipotesi delle porte chiuse chiede (pretende) lo slittamento ad altra data.

L'Inter si oppone anche perché ha l'Europa League e non ha possibilità di inserire l'eventuale recupero. Ma è una battaglia di Palazzo dove il Napoli non farà nessuna marcia indietro.

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