Napoli, senti l'ex Bagni: «Con l'Inter l'ultima spiaggia»

Il mediano dello scudetto: gli azzurri devono battere la più forte

Salvatore Bagni
Salvatore Bagni
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Giovedì 14 Marzo 2024, 09:54 - Ultimo agg. 17:09
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Per tutti adesso sono dieci finali, con il conto alla rovescia che comincia domenica sera nella Scala del calcio contro la capolista Inter. Salvatore Bagni, però, esce fuori dagli schemi tradizionali e indica la sfida del Meazza come l'ultima spiaggia - o quasi - per il Napoli se vuole sperare di riacciuffare la prossima Champions dopo l'eliminazione di martedì sera a Barcellona.

E adesso come si salva il campionato?
«Non ci sono molti modi: devi andare a vincere a Milano.

Neanche un pari potrebbe bastare. Il calendario domenica non è favorevole a noi, al Napoli, come lo era invece nell'ultimo turno. Gli azzurri non hanno recuperato punti ed ora devono farlo sul campo della squadra più forte d'Italia che probabilmente è tra i primi tre top club d'Europa. Speriamo che basti il quinto posto».

Trenta punti a disposizione, il quinto posto a 4 lunghezze e tutte o quasi le concorrenti devono passare per il Maradona: c'è un po' di luce in fondo al tunnel?
«La squadra è viva. Il Napoli è migliorato tantissimo, nonostante l'eliminazione ad opera del Barça. In campo ho visto un'altra squadra rispetto al passato».

In nove mesi però è stato dilapidato un patrimonio: subito fuori dai giochi scudetto, eliminati dalla Coppa Italia e da martedì fuori dalla Champions e di conseguenza anche dal Mondiale per club. C'è un responsabile di tutto questo?
«Le scelte societarie. Ma prima di tutto il presidente De Laurentiis. Sono amico del patron, ma la genesi parte da lui: del resto è lui che decide tutto ed avrà pensato che poteva risolvere anche quest'anno ogni cosa. Forse ha peccato un po' di presunzione. Per non parlare della scelta di Garcia che è stata assolutamente negativa. E poi via via tutto il resto».

A cosa si riferisce?
«Le responsabilità si spostano. Il mercato di quest'anno è stato fallimentare rispetto al passato. Incassi 50 milioni dalla partenza di Kim e prendi tre giocatori che sono serviti a poco. Dendoncker ancora non l'ho visto, Lindstrom gioca con il contagocce, Traorè è reduce da un lungo periodo di stop, Ngonge si era infortunato... Bisognava fare operazioni più mirate a gennaio. Magari spendendo qualcosina di più per sopperire alle mancanze che avevi e che hai ancora. Per non parlare di altre scelte».

Quali?
«Io mi sarei tenuto Gaetano ad esempio: se metti fuori Zielinski devi avere un'altra mezzala e Gaetano ha sempre fatto gol e la porta la vede. Allora mi chiedo: perché non è stato fatto? Poteva essere utile. Registro tante cose negative anche nelle scelte di mercato».

È arrivato anche un terzo allenatore sulla tolda della nave: Calzona è solo un traghettatore o si può ripartire da lui?
«A me Calzona piace. Ha migliorato tanto la squadra. Sia nel modo di stare in campo, sia come autostima. È una persona molto serena e lascia liberi i giocatori di esprimersi secondo le loro caratteristiche. Certo, scegliendo un allenatore che è anche commissario tecnico della Slovacchia, poi rischi di pagare qualcosa. Non penso che l'anno prossimo DeLa sia disposto ad accettare il doppio incarico».

Pioli, Italiano, il ritorno di Sarri, il sogno Conte. Da chi ripartirebbe?
«Conte non credo... Anche se penso sia stato contattato. Sarri mi piacerebbe molto, ma dopo l'ultimo attacco del presidente non credo che si prendano di nuovo. Pioli è un amico ed è una persona perbene che ha fatto molto bene a Milano: oggi è secondo e sta facendo dei buoni campionati. Poi le idee verranno fuori a De Laurentiis. Anzi. Sono certo che le ha già ben chiare».

Si parla tanto anche della figura di un direttore sportivo.
«A me piace Tare anche se temo che caratterialmente andrebbe in corto circuito con il patron. Massara ha fatto da supporto, tra virgolette, a Sabatini e a Maldini. In questo caso dovrebbe agire in prima persona. A mio avviso sceglierà un profilo sulla stessa linea di Bigon e di Giuntoli. Gente che si doveva fare. Potrebbe anche essere Accardi, ma viene da un'altra realtà con rapporti diversi con la proprietà».

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