Napoli-Cremonese, festa grande allo stadio Maradona con il coro Mondiale

L'abbraccio azzurro allo stadio Maradona
L'abbraccio azzurro allo stadio Maradona
di Gennaro Arpaia
Lunedì 13 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 07:20
3 Minuti di Lettura

Al minuto 85, con il risultato sul 3-0 e ormai acquisito, con un freddo invernale che non ha intenzione di lasciare la città e con i parcheggi pieni come le strade poco dopo, ai tifosi di qualsiasi squadra potrebbe venire un'idea: avviarsi verso casa. Il Maradona, no. Il Maradona resta fermo, ognuno è al suo posto: dalla Tribuna alle Curve. Nessuno vuole perdersi questo Napoli, nessuno vuole perdersi l'occasione di essere parte di un pezzetto di storia che Osimhen e compagni stanno scrivendo settimana dopo settimana.

«A te ho dato la mia vita, questa maglia è il mio dolor», comincia così il nuovo coro presentato dal gruppo Ultras 1972 in queste settimane, un coro sempre più sentito al Maradona. «Io ti amo e lo sai non ti lascerò mai. Passerà anche tanto tempo e non molleremo mai» intonano i napoletani. Le note sono quelle del motivetto Muchachos, sentito cantare ai tifosi argentini durante le settimane del Mondiale, poi vinto.

Napoli l'ha conosciuto in occasione della finale e della festa albiceleste in città, l'ha fatto suo, ha provato a interiorizzarne il demone della vittoria. 

La scaramanzia, in fondo, è anche questo. È anche pensare che il filo lungo che collega Buenos Aires a Napoli arrivi sulle note di un coro che ora può impossessarsi dei cuori azzurri. Che lo cantano e lo fanno proprio in una notte così. Contro la Cremonese tre gol e tre punti, anche se il Napoli la porta a casa - sembra - quasi in scioltezza e i suoi tifosi si adeguano. Accompagnano la squadra, non ringhiano mai sul match, pare quasi aspettino l'episodio. Il gol che prima o poi arriva. E infatti arrivano, tutti puntuali. C'era voglia di dimenticare la gelida doccia subita un mese fa in Coppa Italia e i 50mila presenti ieri hanno vissuto la loro piccola rivincita.

La festa è servita, ma era già cominciata prima del match: nelle ore immediatamente precedenti, i gruppi ultras di Curva B avevano invitato la città a ripresentarsi allo stadio armati di bandiere azzurre, per colorare nuovamente il Maradona come accadeva negli anni in cui Diego era in campo e lo scudetto sul petto. L'invito è stato recepito: centinaia le bandiere spuntate in tutto il settore, un'onda di colore che non si è mai arrestata. Un mare azzurro in una notte stellata, stelle che dalla vetta del campionato si vedono ancora meglio. 

 

Un ospite d'eccezione prima del match era stato accolto da tutto lo spogliatoio. Mario Di Leva, giovane attore napoletano, si è messo in mostra sia davanti alla telecamera che nell'ultima edizione del Festival di Sanremo per un simpatico duetto con il conduttore interista Amadeus. «Fa freddo a -13?» La battuta del giovane cuore azzurro, diventato subito virale tra i tifosi. Ieri sera è stato ricevuto da De Laurentiis, Spalletti e da tutta la squadra con tanto di maglia autografata con la numero 10. Dal Festival alla festa, una settimana da ricordare. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA