Napoli, il gioco dal basso è ok:
pochi palloni perduti con difesa a 4

Napoli, il gioco dal basso è ok: pochi palloni perduti con difesa a 4
di Marco Giordano
Venerdì 5 Febbraio 2021, 08:33
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Provando a raccogliere il pensiero di Rino Gattuso espresso dopo la gara dell'Atalanta, si può sintetizzarlo così: bene in difesa, potevamo fare di più in attacco. Se le 4 grandi occasioni di Pessina, Toloi, Muriel e Gosens possono anche far storcere il naso sulla prima parte dell'assunto (con 10 tiri complessivi concessi dall'interno dell'area di rigore), la seconda è assolutamente inconfutabile: una sola vera azione che ha portato al tiro Demme, una conclusione di Insigne nata da una seconda palla guadagnata sulla trequarti sono lo stentato bottino offensivo degli azzurri. Il 3-4-3 doveva arginare l'Atalanta, ma avrebbe anche dovuto aiutare a costruire l'azione saltando la prima pressione portata da Zapata e compagni per innescare i tre attaccanti, assistiti dagli esterni. Muriel su Koulibaly, Pessina su Maksimovic, Zapata su Manolas, De Roon e Freuler rispettivamente su Demme e Bakoyoko hanno messo in piedi quello che è il più classico schema dell'Atalanta, quello che la Dea mette in scena ogni benedetta partita: giocare uomo su uomo.



Gasperini aveva preparato la gara anche guardando all'ipotesi che il Napoli avesse giocato a tre dietro: Koulibaly, soprattutto perché poteva più facilmente appoggiarsi su Insigne (con il capitano che ha mantenuto un baricentro molto basso nonostante fosse in campo come attaccante puro), lo stesso Maksimovic e la verticalizzazione o il lancio di Ospina erano le opzioni preparate da Gattuso per ovviare a quella che era l'inevitabile ed asfissiante pressione che i mediani dell'Atalanta avrebbero esercitato su Demme e Bakayoko, oltre alla capacità degli attaccanti di spezzare le principali linee di passaggio. L'alternativa, però, non ha dato i risultati sperati: un'occhiata rapida legata ai dati riscontrati dal portale sofascore.com è molto esemplificativa. Manolas ha perso 7 possessi palla, Maksimovic 10, Koulibaly 16 possessi. La percentuale di precisione al passaggio del 72% per il centrale senegalese è molto bassa: un difensore deve poter giocare facilmente per un compagno, proprio per evitare che si possano commettere errori in una zona rischiosa. Questo è il motivo per il quale le percentuali di precisione di un centrale viaggiano sopra l'85%. Con un'evidente conseguenza che, questa volta è ripresa dai dati ufficiali della Lega Serie A: i palloni giocati in avanti riusciti per il Napoli sono stati 143, quelli dell'Atalanta 219.

Ovviamente, attribuire responsabilità al solo 3-4-3 è semplicemente scorretto: non è una questione unicamente di modulo, ma di capacità nella ricerca delle contromisure al pressing avversario. Se questo pressing, poi, è quello dell'Atalanta, diventa tutto più complesso.

Eppure, il dato di mercoledì è in controtendenza con un altro dato, che questa volta si apprende dal portale di match e video analisi InstatScout: in campionato, il Napoli è la squadra che perde (seconda solo dopo l'Inter) meno palloni, 60 per gara, appena 14 nella propria metà campo. Un dato migliore anche della Juventus (anche se di poco, con i bianconeri che perdono 61 palloni a partita), con un calciatore come Bonucci chiamato principalmente alla prima impostazione. Sono numeri che certificano come nelle sessioni di allenamento Gattuso sia riuscito a trovare una quadra nella velocità di possesso e nell'apertura delle tanto agognate (da ogni allenatore) linee di passaggio. Il Napoli, infatti, è seconda la squadra del campionato (fonte InstatScout) per possesso palla, alle spalle della Juve, con 32 minuti e 18 secondi con il pallone tra i piedi di media a gara, trasformando questo dato in 19 ingressi a partita nell'altra area di rigore, creando i presupposti di un'azione potenzialmente pericolosa (solo Atalanta e Juve fanno meglio con 21 e 20 entrate in area avversaria).

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