Super Osimhen cancella anche il Pallone d'oro Weah

Con il rigore è arrivato a 47 reti in serie A, più di Weah il bomber del Milan adesso presidente della Liberia

L'esultanza di Osimhen con la Fiorentina
L'esultanza di Osimhen con la Fiorentina
di Eugenio Marotta
Lunedì 8 Maggio 2023, 08:36 - Ultimo agg. 9 Maggio, 07:06
4 Minuti di Lettura

Il bomber, il leader, il trascinatore, il capocannoniere, il capopopolo. L'attaccante che entra di diritto e di prepotenza nella storia. Del Napoli e della serie A. La festa del terzo meritatissimo scudetto azzurro non poteva che essere griffata da Victor Osimhen. Il nigeriano è il simbolo della squadra campione d'Italia e da ieri ha scritto un altro record.

È stato lui a mettere la firma sul successo con la Fiorentina su rigore. «Avevo sbagliato il primo penalty e volevo segnare il secondo - ha raccontato a caldo Osi - Ho parlato con Zielinski (che era pronto a calciare ndR) per rimediare. E' stata una bella sensazione fare gol». Ancora più bella l'esultanza sotto la curva, il boato del Maradona per il «golden gol» che decide l'incontro e sentenzia lo strapotere azzurro. E quello di Osimhen sempre più leader della classifica marcatori in A. «Penso a segnare più gol possibili, ma sono focalizzato sul campo. Per vincere la classifica cannonieri».

L'ipoteca come re dei bomber c'è già da tempo (con quello alla Fiorentina sono 23 in campionato), ma da ieri Osimhen è anche il giocatore africano più prolifico di sempre in serie A. L'attaccante ha toccato quota 47 gol, superando di un gol una leggenda come George Weah: l'attuale presidente della Liberia con il Milan ha scritto pagine importanti a metà anni 90 ed ha vinto anche il pallone d'oro. Osimhen, che a fine partita è stato il mattatore della festa, ha svelato anche il segreto della mascherina. «Ho indossato una maschera speciale con lo scudetto e il simbolo della bandiera nigeriana. Forza Napoli sempre».

La festa non poteva che cominciare con il capitano azzurro. Giovanni Di Lorenzo lo ha fatto indossando una maglia speciale griffata Napoli. «Un'emozione incredibile veder festeggiare questa gente - ha detto - Era il nostro obiettivo dall'inizio dell'anno.

Un successo costruito insieme. Tutti. Anche chi si vede di meno, ma lavora dietro le quinte. Ma soprattutto un grazie a voi tifosi che ci siete sempre stati e meritate più di tutti questo titolo. A nome di tutta la squadra vi ringrazio perché ci avete sostenuto ovunque. Sembrava di giocare sempre in casa: grazie e forza Napoli». Ieri è stata una partita speciale per Pierluigi Gollini.

 


Il portiere, vice di Meret, è stato schierato titolare contro la sua ex squadra e si è goduto la festa abbassando la saracinesca ai viola. «Speravo di giocare questa partita: c'è chi ha festeggiato di meno, pensando al match con i viola e io sono tra quelli». Gollini non riesce a tradire l'emozione. «Potevamo solo immaginare la festa, ma non la portata di quello che ci sta circondando. Vincere a Napoli ha un altro sapore: è speciale. E ora me la godo con i miei compagni. Saranno momenti indelebili».

Video



C'è un solo argentino nella squadra che si è laureata campione d'Italia quest'anno. Si chiama, Giovanni Simeone. Ieri c'era il papà Diego Pablo in tribuna nello stadio che porta il nome di Maradona, l'argentino che ha fatto grande il Napoli dei primi due scudetti. «È un emozione incredibile - ammette il Cholito - In tanti mi ricordano che, dopo Diego, ci sono io come argentino che ha vinto uno scudetto col Napoli. È un'emozione grandissima, non ci credo». L'attaccante non sta nella pelle e svela alcuni retroscena. «Abbiamo capito che era fatta dopo la vittoria con la Juve». Un'ultima battuta per il papà - il Cholo, attuale allenatore dell'Atletico Madrid - che è stato compagno in nazionale argentina proprio di Diego Armando Maradona. «Se è invidioso? Secondo me sì, ma è contento pure lui».

Tra i simboli del Napoli c'è Mario Rui. «Un sollievo cucirsi questo scudetto addosso - ha detto - Lo stavamo rincorrendo da 6 anni. Ce l'abbiamo fatta grazie anche alla gente che ci ha sostenuto quando non credevano in noi, ma noi sapevamo che potevamo fare qualcosa di importante. Dopo i titoli arrivati con Maradona questa è una soddisfazione ancora più grande. Ho dei compagni formidabili. I miei assist sono buoni perché il collettivo fa bene e allora vengono fuori i singoli. Il merito è della squadra e del popolo napoletano che ci ha sempre sostenuto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA