Ambrosini: «Napoli, ti puoi rialzare; col Barça sfida chiave»

L’ex centrocampista è fiducioso: «Entusiasmo e vittorie, questa è la ricetta per ritrovare la squadra dello Scudetto»

Ngonge in gol col Genoa
Ngonge in gol col Genoa
di Bruno Majorano
Lunedì 19 Febbraio 2024, 06:30 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 20:00
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L’aria di Champions League lo fa sentire a casa. D’altra parte con la maglia del Milan Massimo Ambrosini ne ha vinte due (2003 e 2007). Insomma, sa come si fa, anche quando le cose non sembrano girare per il verso giusto. Mercoledì sera al Maradona ci sarà anche lui, non in campo ma in cabina di commento come seconda voce in telecronaca per Prime Video. E si aspetta un Napoli vincente, perché «le vittorie sono l’unico vero antidoto».

E allora che partita si aspetta?

«Difficile fare un pronostico. Perché anche il Barcellona non è quello devastante degli anni d’oro».

Quindi?

«Partirei da una speranza».

Prego.

«Che il Napoli torni ad avere quell’attenzione e quella voglia di essere protagonista in Europa».

Cosa le viene in mente?

«La partita con il Real Madrid al Bernabeu. Lì il Napoli di Mazzarri aveva fatto vedere qualcosa di buono mettendoci dentro quelle qualità e quella voglia che mi hanno ricordato la squadra dell’anno scorso».

Insomma, è fiducioso...

«Beh, conosciamo tutti questi giocatori e sappiamo che se riescono a mettere in campo quella qualità e quella personalità che hanno dimostrato lo scorso anno possono ancora dire la loro».

Cosa servirà per battere il Barcellona e passare il turno?

«Innanzitutto la volontà di non prendere gol e poi l’attenzione necessaria per giocare un calcio propositivo».

Contro questo Barcellona si può?

«Il Barcellona di quest’anno ha dei limiti e il Napoli può metterli in evidenza. La squadra di Mazzarri ha le carte in regola per battere i catalani e portare a casa il risultato. Napoli e Barcellona hanno in comune il fatto di fare affidamento sull’orgoglio oltre a un mix di giovani affamati e talenti affermati».

A proposito di talenti: Lewandowski-Osimhen sarà un passaggio di testimone tra il grande bomber degli ultimi anni e quello del futuro?

«È una sfida nella sfida che può essere affascinate. Una sorta di passaggio di consegne generazionale. Non ci dimentichiamo che se non ci fosse stata la pandemia nel 2020 Lewandowski avrebbe vinto il pallone d’oro. Osimhen ha le qualità tecniche e fisiche che lo fanno ambire al ruolo di super bomber di un certo livello. Victor ha voglia incredibile e la necessità di affermarsi ancora di più nel calcio europeo».

Con lui sarà un altro Napoli rispetto a quello visto fino a oggi?

«Inutile negarlo: Osimhen incide in maniera determinante: è un fattore».

Senza di lui che Napoli ha visto?

«I primi 20 minuti di Milano non erano stati nemmeno male. Poi ci sono delle cose da sistemare è evidente».

Dopo il pari deludente di sabato scorso contro il Genoa arriva il Barcellona in questi ottavi di Champions: può essere la gara della svolta?

«Di sicuro è una grande opportunità. Questa gestione ha bisogno di una svolta. Quando vivi una stagione complicata anche i giocatori hanno voglia di ritrovare certe sensazioni e non c’è occasione migliore di questa per provarci».

Stagione 1996-97, lei e il suo Milan campione d’Italia arrivate undicesimi, peggior piazzamento per una squadra con lo scudetto sul petto, ora il Napoli sembra stare vivendo qualcosa di analogo.

«Con Tabarez facemmo fatica ad assimilare quello che lui chiedeva. E credo che anche l’eredità lasciata da Spalletti sia stata difficile da raccogliere. E non si tratta solo di un’eredità in termini di personalità, ma anche sul campo lo noti».

E ora cosa ci si deve aspettare?

«Ci sono stati anche casi di realtà prese in corsa che poi hanno fatto meglio. Non bisogna essere completamente disfattisti o passare da un estremo all’altro. Prima di arrivare a vincere il Napoli aveva giocato un buon calcio, facendo della bellezza la sua costante. Non vedo perché non debba ritornare ad esserlo a breve. Quando hai un calo così drastico le cause sono molteplici».

Secondo lei quale potrebbe essere la ricetta, la cura giusta per questo Napoli che vuole rialzare la testa tra campionato e Champions?

«Vincere. Perché le vittorie ti portano serenità e ti permettono di lavorare in maniera diversa. Solo così puoi ritrovare i giocatori decisivi. E poi devi tornare a giocare con l’entusiasmo. Ecco, così il Napoli ne può uscire per davvero».

In questo Napoli a chi si affiderebbe?

«Kvara ha dentro qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri. Ha qualità fisiche importanti e determinanti. In queste ultime partite sta provando a prendersi la leadership. Magari deve imparare a gestire alcune situazioni ma ci sta mettendo qualcosa in più anche in un contesto tattico diverso. Ha qualità e ambizioni da leader. Sa mettersi a disposizione della squadra».

Nel Barcellona, invece, chi la stuzzica più degli altri?

«Jamal è un prospetto interessante da valutare a certi livelli. Il Barcellona ha tanti talenti, ma questo ragazzo mi intriga più di tutti. Sono curioso di vederlo all’opera in una partita così delicata e contro un avversario di livello come è il Napoli».