Osimhen e Napoli, riesplode l'amore: riecco il cavaliere smascherato

Subito titolare a Madrid? Mazzarri ci pensa

Victor Osimhen
Victor Osimhen
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Lunedì 27 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 28 Novembre, 10:26
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«Questa è la mentalità». Lo dice lui, la stella polare del Napoli: Victor Osimhen. Una frecciata, con un bel po' di cianuro sulla punta, all'ormai innominabile che sedeva su quella panchina su cui adesso, invece, c'è Mazzarri. Un post che vale cento parole, quello del bomber nigeriano. Cento parole e poche interpretazioni. Peraltro, altra buona notizia, ha messo da parte quello strano risentimento contro il Napoli che lo ha spinto, per due mesi, a non avere più in vetrina neppure una maglia color azzurro sulla sua bacheca Instagram dopo l'ironia (poco gradita) post-Bologna. Ma non importa: a poche ore dalla sua prima volta al Santiago Bernabeu, Osimhen c'è. Con l'Atalanta non è stato devastante ma è stato decisivo. Dopo 48 giorni di assenza. Sarà anche vero (forse, chissà) che il lavoro nobilita l'uomo, ma vogliamo parlare del riposo? Il non lavoro, l'assenza di stress, ti rigenera e ti rimette al mondo, in pace con te stesso e con gli altri. E Osimhen, dopo la lunga sosta in Nigeria, è tornato più rigenerato che mai. E ha trovato persino la forza di gettare al vento la mascherina che indossava da quando, a Milano, nel novembre del 2021, si fracassò il volto. 

L'artista, il lottatore, i colori dell'arcobaleno, il riflesso dell'acciaio: tutto questo è Osimhen. Pure se non ha fatto gol con l'Atalanta. Ha cambiato il volto, ha mostrato che si può essere davvero uno per tutti e tutti per uno quando quell'uno è Victor. Era infortunato ma forse aveva anche bisogno di staccare e tornare in Nigeria per risolvere al meglio i suoi pensieri. Con Rudi Garcia spesso Osimhen è stato un pallido clone di se stesso: le gambette non frullavano più, la corsa disordinata e incostante, il cervello brasato dopo un anno di pressioni. Poi la rottura con la società dopo il rinnovo che non c'è e per colpa di quei TikTok che non ha mandato giù. Poi è arrivato Walter Mazzarri e tutto è passato in secondo piano: uno che aggiusta le cose in campo ma dà una mano anche nella mente dei calciatori.

A Osimhen, il caro Walter ha spiegato che vuole che sia il cuore di tutto: prima punta vera, ma anche ala o trequartista. Insomma, faccia quello che vuole, quando ne avrà voglia, andando a cercarsi spazi e campo dove riterrà meglio, anche se il suo radar punterà solo la porta.

 

Ora c'è il Santiago Bernabeu, la sua prima volta nello stadio che ha fatto la storia del calcio e non solo del Real Madrid. Ci ha segnato solo Lorenzo Insigne tra gli azzurri. Non è ancora al top della condizione, ma dopo i 35 minuti di Bergamo ovvio che sia pronto a rischiare. Lui per primo. E Mazzarri lo farà fare. Lo stiramento è dimenticato, al massimo è la condizione atletica che lascia spazio ancora a qualche dubbio in vista della quinta gara del girone di Champions. Lui, certo, non vuole saltare l'appuntamento tra le stelle. Vuole un posto in prima fila. Del contratto non c'è traccia: almeno per il momento. 

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