Al termine dello scorso campionato, Aurelio De Laurentiis lanciò una frecciata a Luciano Spalletti. Gli suggerì di entrare nel cuore di Napoli e di viverla. E il tecnico rispose ironicamente con un immediato tour nei luoghi storici della città, dalla strada dei presepi a San Gregorio Armeno al bar Gambrinus di piazza Trieste e Trento. Luciano ha poi deciso di allontanarsi da Napoli trasferendosi a Castel Volturno. Non è fuggito, semplicemente ha deciso di concentrarsi h 24 sul lavoro. Ma questo non gli impedisce di vivere Napoli. E nel modo corretto.
Gianluca Agata sul Mattino racconta la storia del rapporto tra Spalletti e don Luigi Merola, il sacerdote minacciato dalla camorra per le sue battaglie. Don Luigi ha creato l'associazione 'A voce d''e creature, con sedi a Napoli e Pompei, e ha stretto un legame col tecnico del Napoli. Spalletti ha devoluto ai ragazzi di don Luigi i 5mila euro ricevuti per il Premio Bearzot. Sembrano pochi e invece, per quei ragazzi, rappresentano tanto, come ha spiegato Merola, perché si potranno migliorare le strutture e acquistare materiale sportivo.
La stagione del Napoli sta per finire in gloria. Ma non soltanto per lo scudetto Spalletti lascerà un segno. È per questi gesti, è per questa attenzione alla città che lui fin dal primo giorno ha considerato il 12esimo calciatore. Una città schiacciata dai problemi a cui gli azzurri e il loro condottiero hanno regalato un sorriso.
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