VMware: i cybercriminali usano tecniche sempre più avanzate per attacchi mirati e sofisticati

VMware: i cybercriminali usano tecniche sempre più avanzate per attacchi mirati e sofisticati
di Guglielmo Sbano
Mercoledì 4 Agosto 2021, 12:00
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In occasione dell’evento Black Hat USA 2021, VMware, società californiana specializzata nello sviluppo di software per computer virtuali, ha presentato il settimo rapporto annuale “Global Incident Response Threat”, che analizza come i criminali informatici usino tecniche sempre più avanzate per rendere gli attacchi cibernetici particolarmente letali e sempre più mirati. 

Il Report pone in evidenza il nesso tra stati-nazione e crimine elettronico che aumenta il panorama delle minacce e sfrutta le vulnerabilità: tra coloro che hanno dovuto affrontare attacchi ransomware nell'ultimo anno, il 64% ha, in qualche modo, assistito ai programmi di affiliazione tra gruppi criminali che organizzano e conducono minacce informatiche.

Parimenti, le vittime di tali attacchi sono costantemente alla ricerca di nuove metodologie per contrastarli: in tale quadro, l'81% degli intervistati ha dichiarato che per combattere efficacemente questo tipo di minacce provenienti direttamente dal web farà affidamento, nei prossimi 12 mesi, sulla difesa attiva.

Il Report ha inoltre evidenziato come le tecniche utilizzate dai gruppi criminali siano molto evolute e gli attacchi sempre più devastanti e particolareggiati: gli intervistati hanno infatti indicato come in più del 50% dei casi, le vittime subiscono attacchi che mirano a destabilizzare l’integrità dell’intera organizzazione. I criminali informatici, dal canto loro, ottengono questo risultato attraverso l’impiego di tecniche nuove e sempre più efficaci, le quali hanno come scopo principale la manipolazione di dati vitali al funzionamento della struttura, ha dichiarato quasi il 60% del campione. In particolare, con il recente ricorso alla Smart Working da parte di un gran numero di aziende, il 32% ha registrato un’impennata di attacchi informatici condotti tramite lo sfruttamento delle piattaforme di comunicazione professionali, per muoversi più velocemente in ambiti in precedenza ritenuti difficili da penetrare e lanciare attacchi particolarmente dannosi. 

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Inoltre, con l'emergente minaccia denominata cloud-jacking, la sicurezza del cloud rimane una priorità assoluta: l’ampio ricorso alle tecnologie di cloud computing durante la pandemia, hanno reso le aziende più vulnerabili favorendo i criminali informatici che hanno saputo sfruttare questa circostanza per le loro attività illecite. Quasi la metà (43%) degli intervistati ha dichiarato che oltre un terzo degli attacchi era, infatti, mirato alle banche dati contenute nei Cloud. Per questo motivo, 6 intervistati su 10 hanno dichiarato che lo sviluppo di adeguati sistemi di sicurezza per i server cloud sono per loro una priorità assoluta da implementare. 

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