PERUGIA - È pronta a chiedere i danni. Per la vergogna, per la paura. Per quel profilo hard a suo nome e con le sue foto su un sito dai contenuti pornografici. Ma anche per le minacce e gli atti persecutori di cui è accusato il suo ex ragazzo, il 25enne finito ai domiciliari ad aprile con tanto di braccialetto elettronico e che da sempre si dice innocente, perché lui stesso vittima di chi gli ha rubato quelle foto e le ha fatte girare.
Una storia brutta e complicata e che ieri, davanti al giudice Margherita Amodeo, ha visto l'ammissione come parte civile della ragazza (assistita dall'avvocato Laura Modena) ma anche del rito abbreviato condizionato chiesto da Delfo Berretti, legale del 25enne. Il processo inizierà il prossimo 27 febbraio e si preannuncia una battaglia tra periti informatici, dopo le controdeduzioni prodotte da Berretti a supporto della tesi difensiva.
Dall'altra parte, procura e parte civile portano i risultati delle indagini della polizia che sostanziano invece le accuse di stalking, diffamazione e simulazione di reato, a cui si aggiunge la diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, cioè revenge porn. In base alle contestazioni, il 25enne – dopo la fine di una relazione sentimentale di sei anni – avrebbe prima di tutto inviato alla giovane vittima numerosi sms di natura minacciosa, attraverso sistemi informatici di «anonimizzazione del mittente». Via WhatsApp, Instagram e Telegram, anche attraverso la creazione di gruppi, avrebbe – secondo quanto spiegato dal procuratore capo Raffaele Cantone – inviato messaggi di questo tenore: «Continueremo a rovinarti...