«Sai qual è il tuo posto? Nella tomba, sotto terra…». Questo era un messaggio vocale. Non mancavano gli sms per iscritto: «Circa 20 o 30 messaggi di offesa e di minaccia di morte al giorno», sottolinea il pm di Perugia che ha indagato per maltrattamenti, violenza privata e lesioni aggravate un 51enne tunisino accusato di aver insultato e picchiato l’ex moglie italiana. Lo straniero, come richiesto dall’avvocato Giovanni Vispi, verrà sottoposto a perizia psichiatrica: la strada processuale intrapresa è quella del giudizio abbreviato condizionato all’esito di questo accertamento. I fatti per i quali è accusato vanno dal 2020 al 2022, dopo che era già arrivata una condanna a un anno e quattro mesi di carcere, sempre per maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi. Dopo la sentenza la coppia si era in qualche modo riunita: le «condotte di violenza fisica e psicologica, animate da un ossessivo sentimento di gelosia», però, sono ricominciate, fino a trasformarsi in «persecutorie quando la donna decideva nuovamente di porre fine alla relazione».
Nella richiesta di rinvio a giudizio si raccontano «accuse di tradimento», l’imputato tacciava la donna «di essere la fonte dei suoi problemi giudiziari, tanto da costringerla nel gennaio 2022 a rimettere la querela del gennaio 2018» presentata davanti ai carabinieri di Gubbio. La persona offesa, rappresentata in aula dall’avvocato Sara Pasquino, ha spiegato in caserma di essere stata «aggredita fisicamente», «controllata negli spostamenti» e perfino «minacciata» durante un ricovero in ospedale attraverso messaggi vocali: «Voglio riavere la mia macchina, sai che ti faccio - urlava quello su Whatsapp -? Ti faccio vedere io com’è.