Sport disabili: il doppio record mondiale toccato del ternano Pagani nell'apnea subacquea

Fabrizio Pagani (con la medaglia al collo) sul podio
Fabrizio Pagani (con la medaglia al collo) sul podio
di Paolo Grassi
Mercoledì 2 Dicembre 2020, 11:57
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TERNI - L'incidente stradale che una decina di anni fa lo aveva costretto a perdere una gamba per amputazione e a ritrovarsi con la funzionalità di un braccio ridotta, non lo ha fermato. Nella categoria degli sport per diversamente abili, prima ha vinto a livello mondiale nel quad, adesso lo fa nell'apnea subacquea. L'umbro Fabrizio Pagani, 52 anni, di Terni, domenica 29 novembre, si è portato a casa ben due record del mondo. Uno lo ha strappato a un precedente primatista, un altro lo ha stabilito diventando il primo umo disabile della storia a farlo. Ha stabilito i primati mondiali nell'apnea subacquea indoor in vasca, sia con attrezzo (una pinna che viene indossata) che senza attrezzo. E' riuscito a nuotare a rana completamente immerso nell'acqua, sebbene muovendo una sola gamba e trovandosi a utilizzare bene un solo braccio, per 125 metri con la pinna. Successivamente, ha provato anche a fare il record mondiale della stessa disciplina senza attrezzo.In questo caso, la misura è stata 72,80 metri. In entrambi i casi, è rimasto in apnea per poco più di due minuti. Lui racconta come il primato senza attrezzo, quello del quale è il primo recordman della storia nella sua categoria, sia nato quasi per gioco. "Insieme a degli amici, mi stavo prendendo in giro da solo, chiedendomi quando mai io potessi fare una cosa del genere, con una sola gamba e un braccio che funziona meno bene dell'altro". Invece, ci ha provato davvero. A Lignano Sabbia d'oro ha stupito tutti, compreso un giudice che gli ha detto: "Lei, da buon ternano, ha proprio i polmoni d'acciaio". Pagani dedica questo record a chi era con lui a Lignano, vale a dire il maestro Daniele Capezzali e l'istruttore e compagno di allenamenti Dimitri Libriani, oltre a Beatrice Camilli, altra umbra, giudice di superficie. "Vorrei far capire a tutti - tiene a spiegare - che la disabilità non ci impedisce di fare sport. Anche in una disciplina come questa, che meriterebbe più diffusione. C'è tanto lavoro, dietro, sia sul fisico che sulla mente. Oltre ad allenarci per restare il più possibile in apnea, dobbiamo pure dominare i segnali provenienti del cervello, che ci mandano in crisi se non respiriamo". Un record che è stato più forte anche del covid. Tanto è vero che, tra rinvii e altro, l'impresa (doppia) è arrivata al terzo tentativo.

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