I maestri dei presepi: «A rischio identità e tradizioni millenarie»

I maestri dei presepi: «A rischio identità e tradizioni millenarie»
di Ugo Cundari
Sabato 13 Settembre 2014, 08:48
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In principio, in un’epoca molto remota, quando ancora c’erano i greci e dopo di loro ci saranno i romani, qui esisteva un tempio dedicato alla dea della maternit e della fertilit, al quale i cittadini offrivano come ex voto delle piccole statuine di terracotta, fabbricate nelle botteghe vicine.



Con l’avvento del cristianesimo, la sapienza artigianale subisce una battura di arresto, però non va perduta, si mette in discussione, si rinnova e, con il Settecento e la nascita del presepe, tornano gli antichi splendori. Si iniziano a costruire i pastori.

Nacque così la via dei cosiddetti «pastorari», che preparavano ogni anno la «minuteria» e i «pastori» che hanno ispirato tanta letteratura e pittura. Vere e proprie dinastie di pastori si sono tramandati piccoli e grandi segreti per costruire, e talvolta innovare, il patrimonio di statuette. Adesso, come nel finale drammatico di una tragedia che ha per protagoniste la storia e l’identità della città, anche questa via rischia di morire. Si chiude non per fallimento, non perché mancano gli acquirenti, non perché gli artigiani non sanno fare più il loro mestiere, ma per crollo di calcinacci.







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