Degli arrestati otto sono nigeriani, due italiani. I nomi di questi ultimi erano comparsi anche nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del consigliere comunale torinese Alberto Musy: si erano affidati a un sedicente avvocato, già in carcere per reati fallimentari, in contatto con il gruppo guidato da Francesco Furchì (condannato all'ergastolo per il delitto) nel tentativo di scalata alla società ferroviaria Arenaways. In tutto sono venti gli indagati nell'ambito dell'operazione, che è stata condotta in collaborazione con Europol e Fbi. La tecnica era sempre la stessa: i malviventi si fingevano affermati e affascinanti professionisti, caratteristiche perfette per fare innamorare le donne sole adescate sul social network. Linguaggio forbito e modi di fare cortesi, dopo i primi contatti attraverso la chat del social network, le conversazioni si spostavano su Skype.
L'amore non era però lo scopo dei truffatori, ma quello di corteggiare le malcapitate di turno per conquistare la loro fiducia.
E poi, con la scusa di una malattia improvvisa o di un inaspettato guaio finanziario, spillare loro soldi. Il finto principe azzurro non li chiedeva, ma faceva in modo di farsi offrire per poi suggerire di spedirli tramite money transfer. La stessa organizzazione si intrometteva anche nella corrispondenza commerciale di alcune aziende, fornendo coordinate bancarie alterate in modo che il denaro venisse dirottato sui propri conti. La specialità della gang era però quella delle truffe sentimentali, sempre più diffuse nell'ultimo periodo.