L'allarme dei medici: «Staminali,
molti italiani in fuga verso l'estero»

L'allarme dei medici: «Staminali, molti italiani in fuga verso l'estero»
Venerdì 24 Ottobre 2014, 12:45
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«Attualmente esistono 31.313 ricerche scientifiche inerenti le staminali, ma solo 302 sono gli studi clinici condotti su pazienti umani. La media, dunque, è di 1 studio su 100. Siamo allo stadio fortemente sperimentale». A dirlo all'Ordine dei Medici di Salerno, il professore Lucio Miele, Louisiana State University and Louisiana CancerResearch Consortium, USA nel corso del secondo appuntamento de 'Le Giornate della Scuola Medica Salernitanà, evento annuale organizzato dall'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno e giunto alla sua XV edizione. «Al giorno d'oggi si è diffusa una preoccupante tendenza. I pazienti - rimarca Miele - si recano nella Repubblica Dominicana o in Cina, dove i controlli regolatori sono del tutto insufficienti, per sottoporsi a trattamenti con cellule staminali. Si tratta di veri e propri viaggi della speranza. Questo è l'equivalente di andare a Lourdes, ma almeno il santuario di Lourdes non si fa pagare». Facendo, poi, una distinzione tra la realtà italiana e quella americana, dove Miele opera, aggiunge: «Negli Stati Uniti e nei Paesi Nord Europei non è possibile fare uno studio clinico senza adeguati controlli regolatori. La FDA (Food and Drug Administration), dove ho lavorato, è tuttora il miglior esempio internazionale di come sia possibile fare studi clinici anche rischiosi, attraverso protocolli ben controllati. Negli USA non è possibile fare un trattamento clinico nuovo senza avere l'autorizzazione dall'FDA. In America, rispetto all'Italia, non esistono lungaggini burocratiche. Tutto è molto più veloce. Per dare un trattamento sperimentale a un essere umano è necessario dimostrare all'Agenzia che si hanno abbastanza informazioni per ritenere che lo stesso sia almeno sufficientemente sicuro e che si sappia quali siano gli effetti collaterali. Lì a decidere è solo la FDA, avvalendosi di un pool di esperti. Non è possibile alcuna intromissione della magistratura nella valutazione della fase autorizzativa. Si dà per scontato che un giudice non possa avere la sufficiente competenza per cambiare il parere di esperti del settore. In Italia, penso al Caso Stamina, la magistratura può interferire e bloccare o sbloccare un trattamento. Negli Usa sarebbe impensabile».
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