Le dimissioni di De Fusco dal Teatro Festival:
"Non siamo ancora all'altezza dell'Europa sulle doppie direzioni"

Giovedì 5 Marzo 2015, 14:26 - Ultimo agg. 14:32
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È dal giorno della proclamazione dello Stabile di Napoli come Teatro Nazionale che ho in animo di separare il mio destino da quello del Napoli Teatro Festival.

Innanzitutto per un problema fisico di impegni. Il Mercadante produrrà molti ma molti spettacoli in più del vecchio Stabile e questi spettacoli vanno seguiti, amati, curati giorno per giorno. Qualcuno nel 2011 si chiese come avrei potuto assolvere a due incarichi così impegnativi. Dopo quattro anni il Festival ha registrato grandi successi, grandi presenze mediatiche, tassi di occupazione da record. Il Mercadante ha raddoppiato i suoi abbonati, era una sala fredda e calda, ovvero senza riscaldamento e aria condizionata. Ora è un luogo confortevole, ma può diventarlo ancora di più, ed è diventato teatro nazionale.

Quindi, quando assunsi il doppio incarico speravo di essere all'altezza dei due compiti e credo che la realtà mi abbia dato ragione. Ora però non si tratta più di lavorare ad uno stabile ma ad un Teatro Nazionale e, come ho detto già nei giorni scorsi, il carico di lavoro rischia di diventare eccessivo.

Lascio un Festival con una proposta artistica pienamente compiuta, consegnata al Cda già da gennaio, che deve solo essere vagliata, annunciata e realizzata. Avevo pensato di lasciare dopo la presentazione di questo cartellone e resto a disposizione del Cda per concordare i tempi della mia uscita ma ho poi letto i giudizi di "opacità" della commissione ministeriale sul mio doppio incarico e allora non ho avuto più dubbi: l'ultima cosa che desidero è recare danno a due istituzioni che amo con tutto me stesso. Tutta la comunità teatrale sa che senza il mio doppio incarico il Mercadante non sarebbe arrivato vivo alla presentazione della domanda ministeriale. Col mio doppio incarico ho permesso al Festival di avere prime assolute, spettacoli allestiti a Napoli con prove aperte al pubblico, e allo Stabile di avere coproduzioni che hanno permesso la nascita di spettacoli che da solo il Mercadante non avrebbe potuto realizzare. Ora, coi nuovi finanziamenti e col nuovo status il Mercadante può e deve andare avanti da solo.

Ho aspettato ieri sera il grande successo di " Circo equestre Sgueglia" al Théâtre Athenee qui a Parigi per salutare l'ultimo debutto internazionale delle coproduzioni Stabile/ Festival dopo quelle di Antigone della Parrella sempre a Parigi e di "Bisbetica domata" a Mosca.



Ieri il pubblico francese applaudiva Arias che annunciava la nascita del Teatro Nazionale di Napoli mentre scrosciavano gli applausi per il suo bello spettacolo.

L'ultimo successo dell'alleanza Stabile/festival a cui ho voluto assistere da direttore pienamente in carica di entrambe le strutture.

Ma se lascio con l'ennesima vittoria in palcoscenico chiudo anche con una grande sconfitta: quella di non essere riuscito ad ottenere la fusione di Stabile e Festival, che avrebbe innestato un circolo virtuoso formidabile. E nella direzione della fusione avevo accettato il doppio incarico e speso mille sforzi e dichiarazioni. In questo senso citavo il Piccolo di Milano, come esempio positivo, e sono stato frainteso, forse per una mia dichiarazione telefonica troppo sbrigativa, da Escobar. Il Piccolo, Teatro d'Europa, riunisce giustamente in una sola istituzione più iniziative. È l'esempio che ho a lungo auspicato. D'altra parte l'Europa è piena di doppie direzioni, ad iniziare dalla stessa Parigi. Noi a Napoli siamo stati all'altezza del Nazionale, ma non siamo ancora all'altezza dell'Europa. Ne prendo atto con rammarico ma con rinnovato entusiasmo per l'impresa del Teatro Nazionale di Napoli. Ringrazio la Regione Campania e la Camera di Commercio per il sostegno dato alla manifestazione in questi anni e auguro al Festival e ai suoi collaboratori le migliori fortune.

Luca De Fusco