Denso di Pianodardine, via alla cassa integrazione

Il nuovo anno del comparto metalmeccanico prende il via con la procedura di cassa integrazione

Denso di Pianodardine, via alla cassa integrazione
Denso di Pianodardine, via alla cassa integrazione
di Michele De Leo
Venerdì 5 Gennaio 2024, 13:00
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Il nuovo anno del comparto metalmeccanico prende il via con la procedura di cassa integrazione avviata dalla Denso di Pianodardine. I vertici dello stabilimento specializzato, con oltre 900 dipendenti, nella realizzazione di sistemi termici per abitacolo, hanno motivato la richiesta con una temporanea contrazione di mercato con conseguente riduzione delle commesse di lavoro.

In questa prima fase, l'azienda farà ricorso agli ammortizzatori sociali per otto giornate lavorative per un totale di 64 ore spalmate su quatto settimane.

La seconda fabbrica della provincia non si fermerà, però, mai del tutto. La cassa integrazione interesserà, lunedì e martedì prossimi, 450 operai impegnati nei reparti montaggio BSuv, montaggio Giulia/Stelvio, Wcds montaggio, montaggio varie, kitting, stampaggi grandi e piccole presse ed enti collegati oltre a 20 impiegati e quadri adibiti alle attività di supporto alla produzione dei reparti interessati dal ricorso agli ammortizzatori sociali. 

La cassa integrazione proseguirà nelle giornate del 15, del 19, del 22, del 26 del 29 gennaio e del 2 febbraio e interesserà 679 operai impegnati nei reparti montaggio 1 e montaggio 2, montaggio varie, Wcds montaggio, kitting, stampaggi grandi e piccole presse, area Nocolok ed enti collegati oltre a 20 impiegati e quadri adibiti alle attività di supporto alla produzione dei reparti interessati dal ricorso agli ammortizzatori sociali. L'accordo per il ricorso ad una fase di ammortizzatori sociali ordinari, a causa di una temporanea contrazione del mercato, è stato sottoscritto dai vertici della Denso di Pianodardine e dai rappresentanti del consiglio di fabbrica della seconda azienda della provincia per numero di occupati. L'intesa, già nell'aria, ha creato qualche preoccupazione tra le organizzazioni sindacali. 

«L'avvio della cassa integrazione alla Denso - evidenzia il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Morsa - è il primo preoccupante allarme di una crisi annunciata». Il sindacalista fa riferimento all'incertezza sul futuro del comparto automotive e del gruppo Stellantis nello specifico. «La comunicazione dell'azienda - spiega il numero uno dei metalmeccanici della Cgil - apre una crisi che, se non gestita, potrebbe avere delle ripercussioni importanti sull'occupazione, soprattutto se si considera che il cliente prevalente della Denso rimane Stellantis, gruppo industriale che negli ultimi anni ha ridotto nel nostro Paese la produzione dei veicoli assemblati del 66%, arrivando a quota 470mila nel 2022». Morsa esprime preoccupazione soprattutto per «l'incertezza produttiva che riguarda gli stabilimenti di Cassino e Melfi, oltre alle criticità dovute all'attraversamento di un percorso complesso con il passaggio dal motore endotermico a quello elettrico». 

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Diventa non più rinviabile - aggiunge il segretario della Fiom Cgil di Avellino - «l'implementazione di un piano con risorse straordinarie dell'industria dell'automotive italiana che il Governo dovrebbe mettere in atto. Il confronto negoziale, previsto presso il Dicastero dell'industria e del made in Italy, deve generare un cambio di passo portando ad attuare misure che garantiscano l'aumento della produzione ed il cambio delle tecnologie nelle aziende della componentistica. La Denso deve avviare un'interlocuzione con le organizzazioni sindacali per illustrare la situazione nel dettaglio». 

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