Elezioni comunali Avellino 2024, sfida a sette per archiviare arresti e veleni

Fratelli d'Italia tenta la corsa solitaria

La consegna delle liste
La consegna delle liste
di Gianni Colucci
Domenica 12 Maggio 2024, 09:00 - Ultimo agg. 13 Maggio, 07:55
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Non si parla della stazione ferroviaria chiusa da anni, dei giovani che fuggono a studiare fuori e non tornano più, di un'area industriale bonificata dall'amianto interrato e non rimuovendo il materiale inquinante (secondo una recente denuncia). No, su Avellino nel giorno della presentazione delle liste per il rinnovo del consiglio comunale nell'unico capoluogo campano al voto (sette i candidati sindaci, sostenuti da 17 liste) aleggia l'immagine di quel sindaco che furtivamente porta via il computer dal suo ufficio mentre è ripreso dalle telecamere dei carabinieri.

C'è l'entusiasmo di una città che vive da sempre di politica, visto che sono state presentate diciassette liste e in campo ci sono sette candidati a sindaco. Ma c'è anche la mestizia causata da un'inchiesta giudiziaria che ha scosso il palazzo di città. C'è un commissario prefettizio al posto del sindaco uscente Gianluca Festa, dimessosi un mese fa e ora agli arresti domiciliari.

Pesanti le accuse per lui: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, depistaggio, turbativa d'asta.

«Gli indagati hanno il diritto di candidarsi», ha detto a poche ore dalla presentazione delle liste il procuratore della Repubblica Domenico Airoma che ha indagato il sindaco e numerosi suoi collaboratori, dirigenti comunali, consiglieri comunali e tecnici. E così ha fatto il vice sindaco di Festa, Laura Nargi, che si è candidata nonostante l'indagine su di lei per associazione per delinquere che le ha comportato una clamorosa perquisizione in casa. Farà la campagna senza il suo telefonino: le è stato sequestrato dai carabinieri. L'inchiesta ha arrestato la corsa del sindaco autonominatosi «Enjoy» che aveva puntato tutto su spettacoli, concerti, fiere e strade chiuse per favorire gli spritz serali e prefestivi. Ma non dei suoi. La Nargi ha organizzato quattro liste (120 nomi in corsa sotto le insegne di Festa) e quasi tutti i consiglieri uscenti hanno risposto presente.

I protagonisti

In campo anche Fratelli d'Italia con una sua lista di partito (candidato l'avvocato Modestino Iandoli) e una compagine che fa capo al patron dell'Avellino (candidato alle europee con Forza Italia) Antonio D'Agostino e a Livio Petitto. Quest'ultimo è un'interessantissima figura di politico che mentre con Caldoro a Napoli cancellava il gruppo forzista in Regione, ad Avellino si alleava con un forzista per correre al comune, il tutto da ex compagno di cammino politico di Festa e Nargi della cui ingombrante amicizia politica si è liberato in un batter d'occhio.

Petitto e D'Agostino sostengono il giornalista Rai Rino Genovese che ora si trova a capo di un gruppo composto (anche) da fuoriusciti dalla maggioranza e dalle liste di Festa. Mentre D'Agostino chiarisce che da mesi si era allontanato da quel sindaco che gli aveva promesso di fargli ricostruire lo stadio Partenio.
Infine il Pd, il partito che con i Cinque Stelle in consiglio comunale nella passata consiliatura ha condotto una battaglia senza quartiere a Festa.

Le accuse all'ex sindaco riguardavano le spese pazze nonostante il predissesto, la maniacale attenzione ai concerti e agli spettacoli di piazza in chiave di consenso elettorale, e la curiosa propensione a non pubblicare le delibere di giunta, ma solo le determine. Secondo gli esposti al prefetto e alla procura e alle interrogazioni parlamentari di Pd e Cinque Stelle, quella modalità impediva sia al consiglio di sapere cosa facesse l'esecutivo, sia alle imprese di partecipare ai bandi pubblici. Sarebbe stata quella la buccia di banana che ha fatto cadere letteralmente Festa con dimissioni e commissariamento del comune. Le intercettazioni e i video ripresi nel suo ufficio sono macigni a carico di Festa, a sostegno delle accuse che il tribunale del Riesame ha confermato lunedì scorso (contemporaneamente, la sua vice Laura Nargi ha deciso di scendere direttamente in campo).

E ora il Pd e i Cinque stelle, con altre due liste civiche, proveranno a capitalizzare le loro denunce. Antonio Gengaro, un avvocato che lavora al Comune di Napoli, venti anni fa già vice sindaco con Di Nunno, guiderà la coalizione Pd M5S benedetta anche dal parlamentare Piero De Luca, figlio del Governatore della Campania (che forse per la prima volta ha detto sì ad un'alleanza con i pentastellati). Chiudono il quadro degli sfidanti l'Udc che candida Gennaro Romei, Unità Popolare per Avellino con Aldo D'Andrea e Progetto Avellino futura con Vittorio Bocciero.

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