Benevento, il 118 resta senza medici. Il sindacato Usb: «Aree interne troppo penalizzate»

Non si placano le chiacchiere attorno alla vicenda

Benevento, il 118 resta senza medici
Benevento, il 118 resta senza medici
di Luella De Ciampis
Giovedì 7 Marzo 2024, 09:42 - Ultimo agg. 16:07
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All'indomani delle chiarificazioni dell'Asl sul nuovo assetto del servizio 118, non si spengono i riflettori sulla vicenda che continua a essere esaminata e approfondita, tenendo conto di diversi aspetti. A fornire nuovi elementi di discussione è intervenuta la federazione sindacale Usb provinciale che ha inviato una richiesta formale al direttore generale per la Tutela della Salute e il coordinamento del Sistema sanitario regionale, Antonio Postiglione per essere ricevuta con urgenza allo scopo di analizzare le criticità del nuovo assetto organizzativo e funzionale del servizio 118 nel Sannio, nell'interesse della comunità, oltre che dei professionisti che operano in ambito sanitario e del personale di supporto.

«L'attuale scenario del 118 - si legge nella nota - in conseguenza del nuovo assetto organizzativo e funzionale che prevede la presenza di ambulanze infermieristiche e l'inserimento di auto mediche, ancorché in linea con le direttive nazionali, ha generato notevoli criticità da imputare alla mancata definizione del nuovo assetto che prevede la completa esternalizzazione del servizio di 118, fatta esclusione per la figura del medico.

Noi non riteniamo lungimirante e possibile, né qualitativamente vantaggioso, basarsi sulle prestazioni aggiuntive regionali per una programmazione del 118, focalizzata esclusivamente a garantire la figura medica ma avremmo preferito la pianificazione di processi di internalizzazione degli infermieri e degli autisti che avrebbe permesso una serena transizione di questo nuovo assetto del 118 che è un servizio oltremodo complesso e andrebbe organizzato secondo principi funzionali a garantire il diritto alla salute dei cittadini e un lavoro dignitoso agli operatori.

Da troppi anni, ingenti risorse economiche dal fondo “beni e servizi” vengono dirottate verso le esternalizzazioni dei servizi sostitutivi e non integrativi senza un reale beneficio, innescando anche un danno economico come hanno più volte ricordato diverse sentenze dalla Corte dei Conti». Dunque, il sindacato stigmatizza il ricorso alle prestazioni aggiuntive per garantire la presenza del medico a bordo ma anche il ricorso a personale infermieristico che non sia alle dipendenze dell'Asl.

«La nostra provincia - continua il sindacato - nonostante il calo demografico, è soggetta a criticità dovute a distanza e viabilità che forse vedrebbero come soluzione valida un assetto “ibrido” del servizio perché non siamo ancora pronti a demedicalizzare tutte le postazioni in quanto ci sono delle zone che, più di altre necessitano di copertura medica h24. Per esempio, da San Bartolomeo in Galdo, un'ambulanza a sirene spiegate in codice rosso, impiega un'ora per arrivare al Pronto soccorso degli ospedali beneventani, compromettendo quelle percentuali di speranza di vita dei pazienti, confermando la seria preoccupazione per un prossimo futuro, senza medici e infermieri dell'emergenza sanitaria pubblica, dei quali si denuncia la perdurante e progressiva carenza. Se poi si pensa che, fino al 31 dicembre 2024 ci sarà la possibilità di stabilizzare operatori sanitari in possesso di contratti di lavoro sottoscritti con il Servizio sanitario nazionale durante il periodo della pandemia, ci chiediamo perché non farlo, internalizzando il servizio 118, vale a dire usufruendo del personale a disposizione dell'azienda».

È boom di adesioni al concorso di Pediatria indetto dall'azienda ospedaliera che ha registrato l'ammissione di 99 candidati alla prova scritta. Un ottimo risultato che consentirà in tempi decisamente brevi di assumere il numero di pediatri che da qualche mese mancano all'appello. La formula di indire concorsi senza tregua, sperimentata nell'ultimo anno dal direttore generale Maria Morgante, continua a dare i suoi frutti e a colmare i vuoti lasciati dai medici che, per diversi motivi, hanno lasciato l'ospedale. Per la Pediatria, la carenza aveva fatto temere che potesse essere a rischio il servizio di Pronto soccorso pediatrico, che richiede la presenza costante del medico di guardia, mantenuto grazie alla convenzione con l'ospedale Santobono di Napoli che ha assicurato 200 ore di prestazioni extra alla struttura.

Attualmente, sono 4 più il primario facente funzione i medici che prestano servizio nel reparto di Pediatria dove l'organico si era ridotto di due unità nel mese di ottobre, in seguito alle dimissioni di un pediatra e al trasferimento di un altro. Inoltre, il reparto è parte integrante della rete hub e spoke della Regione Campania per le patologie pediatriche rare, con particolare riferimento alle malattie metaboliche ed endocrinologiche per le quali è richiesta la continuità del servizio che non può essere interrotto, considerata l'importanza delle terapie erogate.

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