Benevento, caso ambulanze: «Pochi medici in organico»

La riorganizzazione si è resa necessaria vista l'esiguità delle unità a disposizione

Il caso ambulanze alert del 118: «Pochi medici in organico»
Il caso ambulanze alert del 118: «Pochi medici in organico»
di Luella De Ciampis
Martedì 19 Marzo 2024, 10:21 - Ultimo agg. 11:15
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«Oggi abbiamo a disposizione 48 medici del 118, contro i 57 in organico fino a luglio, e su quelli possiamo fare affidamento. Ne abbiamo persi 9 in pochi mesi ed è un dato inconfutabile intorno al quale ruota la riorganizzazione del servizio». Così Ciriaco Pedicini, responsabile della Centrale operativa del 118, che spiega le ragioni del riassetto effettuato dall'Asl. «Con le 48 unità presenti afferma non possiamo andare oltre, considerando anche la circostanza che, nel corso del 2024 qualcun altro andrà via. Altro elemento da valutare è quello del godimento delle ferie del 2023 che dobbiamo garantire al personale medico per tutelare i loro diritti. Inoltre, sia le richieste dell'Asl di arruolamenti in convenzione che il concorso hanno dato esito negativo. Se le condizioni attuali dovessero cambiare, attraverso nuove procedure di assunzione che l'azienda metterà in atto, non ci saranno remore a ridimecalizzare le ambulanze».

Il responsabile del 118, nel solco delle decisioni assunte dal management dell'Asl, afferma con forza la validità della rimodulazione del servizio. «Un altro punto importante continua è quello dei tempi di intervento che sono diminuiti, nel rispetto dei tempi indicati dai Lea ma questo non sono io a dirlo, bensì un documento a firma di Antonio Postiglione, direttore generale per la Tutela della salute regionale.

Questa prima riorganizzazione fatta a luglio ha potenziato di fatto il servizio perché alle 11 ambulanze dislocate sul territorio si sono aggiunte le due auto mediche. Va tuttavia specificato che gli interventi dei sanitari dei Saut sono limitati ai casi di emergenza, mentre i medici di famiglia e della continuità assistenziale (ex guardia medica) sono deputati a fare da filtro sul territorio per valutare le effettive condizioni dei pazienti.

Per quanto riguarda le prestazioni aggiuntive, l'Asl ha sempre garantito il massimo del previsto dalla normativa vigente, per un totale di 18.000 ore all'anno ma va chiarito che anche in questo caso, non possiamo spingerci oltre perché dobbiamo garantire all'utenza medici che rispettino i turni di riposo per poter svolgere il proprio lavoro in piena efficienza e lucidità. La rimodulazione del servizio prevede la presenza sul territorio di 11 ambulanze infermieristiche di soccorso avanzato e di 6 auto mediche che coprono l'intero territorio per cui, dove prima c'era una sola postazione adesso ce ne saranno due ma è un assetto comunque minato dalla carenza di personale medico che potrebbe continuare ad aumentare nel tempo».

L'azienda è nella condizione di dover applicare una legge nazionale che prevede l'attuale riassetto, già messo in atto sia sul territorio nazionale che in alcune province della Regione Campania. «Qualche giorno fa conclude Pedicini l'Asl ha effettuato l'acquisto di nuove tecnologie e di monitor defibrillatori da installare sulle ambulanze, in grado di trasmettere un numero maggiore di parametri vitali e di ripristinare il normale battito cardiaco nei pazienti colpiti da arresto cardiaco improvviso, oltre ad aver avviato la formazione del personale infermieristico. La riorganizzazione è stata effettuata con la necessaria oculatezza e la messa in campo di tecnologie e di risorse umane in grado di sopperire ai bisogni dell'utenza, con l'approvazione dell'organo paritetico, delle organizzazioni sindacali, fatta esclusione di una, e del Comitato dei sindaci di rappresentanza dell'Asl».

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La vicenda della demedicalizzazione delle ambulanze è comincia alla fine di giugno con il taglio di personale medico a bordo di 4 ambulanze e si sta evolvendo verso la totale demedicalizzazione dei mezzi di soccorso che viaggeranno con l'equipe costituita dall'autista soccorritore e dall'infermiere, mentre i medici saranno impiegati sulle 6 auto mediche dislocate in alcuni presidi Saut del territorio, che interverranno in caso di necessità. Nell'arco degli ultimi mesi, la riorganizzazione del servizio è stata oggetto di costanti e reiterate contestazioni da parte della politica, delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali dei medici, delle associazioni di categoria che faticano ad accettare il nuovo assetto e ne contestano la validità. Sul piede di guerra in particolar modo i primi cittadini dei 78 comuni sanniti.

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