Covid a Benevento, altri decessi:
è allarme nelle cliniche private

Covid a Benevento, altri decessi: è allarme nelle cliniche private
di Luella De Ciampis
Venerdì 27 Novembre 2020, 09:16 - Ultimo agg. 16:32
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Ancora una giornata pesante sul fronte Covid, caratterizzata da altri tre decessi al Rummo e dal grido d'allarme lanciato dalle cliniche private che puntano i riflettori su una maggiore attenzione per i positivi asintomatici o paucisintomatici. Le vittime sono un 94enne di Foglianise, un 67enne di Bacoli (Napoli) e una 84enne di San Felice a Cancello (Caserta), cui si aggiunge il decesso di un 62enne di Benevento, positivo al Covid, trovato morto nella sua casa di via Rotili. Sulle cause della morte dell'uomo, che da alcuni giorni viveva isolato nella sua abitazione perché contagiato, sarà il medico legale a fornire il responso definitivo, fermo restando che in base a un primo esame sono emersi elementi che escludono una morta violenta. Non è escluso che si fosse affacciato al balcone per chiedere aiuto. Sono 108 i decessi registrati dall'inizio della pandemia, 82 da agosto (57 i sanniti). Oltre i tre decessi, il report quotidiano dell'azienda ospedaliera riferisce di 104 pazienti in degenza e di cinque guarigioni, mentre sembrano in lieve calo gli acccessi giornalieri in pronto soccorso legate al Covid. Notizie decisamente migliori arrivano dal bollettino dell'Asl da cui emerge, invece, un drastico calo dei positivi. Sono 2142 i contagi complessivi ma solo 28 nelle ultime 24 ore, contro 33 guariti, per un totale di 964. Un trend in perfetta sintonia con quello registrato a livello regionale e nazionale.

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Intanto, hanno cominciato a funzionare, seppure non a pieno ritmo, anche le strutture private del territorio destinate all'accoglienza dei pazienti Covid a bassa e media intensità. Ed è proprio l'osservazione costante dei pazienti Covid a bassa intensità a indurre a qualche riflessione Gerardo Casucci, neurologo e ad della clinica «San Francesco» di Telese Terme che dispone di 48 posti letto Covid, di cui 10 da poter usufruire per i pazienti a media intensità. «Credo dice che in questa fase dovremmo lavorare molto sulla bassa intensità per evitare che la malattia evolva verso una forma più grave. È una perplessità che ho esposto anche al prefetto e ai manager di Rummo e Asl, nel corso degli incontri settimanali del tavolo permanente di crisi, anche in considerazione degli ultimi decessi nel Sannio. 

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L'intenzione è di creare un modello di monitoraggio preventivo per evitare che la malattia evolva al peggio, facendo un lavoro di squadra che dia vita a un modello Benevento. Attualmente, nella nostra clinica abbiamo 11 pazienti Covid a bassa intensità che, comunque, hanno la polmonite interstiziale, pur non avendo manifestato sintomi importanti. Inoltre, ci sono elementi che non mi convincono perché i dati relativi alla curva pandemica indicano una diminuzione dei contagi, scesi dal 20% al 12% ma un contestuale incremento dei decessi che riguardano anche persone giovani che si aggravano all'improvviso in modo irreversibile. Ho proposto un protocollo improntato di più sullo screening per i paucisintomatici, attraverso analisi di laboratorio che consentano di capire se è già presente la polmonite nelle prime fasi della malattia. Mi riferisco a esami mirati a evidenziare segni clinici che possono costituire un rischio di aggravamento, prima che sia troppo tardi». È già quasi completamente saturo l'ospedale Fatebenefratelli che ha un reparto Covid con 16 posti letto: 15 sono già occupati da pazienti che arrivano anche da strutture ospedaliere di altre province ma, comunque, il nosocomiosi sta barcamenando tra giornate di maggiore afflusso e giornate di dimissioni di pazienti guariti. Per Villa Margherita, invece, ancora non c'è nessun provvedimento ufficiale che autorizzi la clinica ad accogliere pazienti Covid, nonostante sia già stato allestito un reparto Covid con circa 50 posti letto. In questo momento, la casa di cura ospita una cinquantina di pazienti ordinari che fanno riabilitazione nel reparto Neuro-orto. Tuttavia, rimangono oltre 70 posti vuoti perché il flusso dei ricoveri si è interrotto a causa dell'emergenza Covid. L'obiettivo è creare soluzioni alternative per il ricovero dei pazienti Covid, mirate a decongestionare l'area Covid del «Rummo» che rimane, comunque, l'unica dotata di posti letto di Terapia intensiva per i pazienti più gravi.

Tuttavia, nell'ottica di potenziare il personale sanitario, per il periodo dell'emergenza Covid, l'azienda ospedaliera ha decretato l'immissione in servizio a tempo determinato, per sei mesi, di 26 unità infermieristiche prese in prestito dall'Asl. Nei giorni scorsi, le due aziende hanno stipulato una convenzione che consente l'utilizzo della graduatoria dell'avviso pubblico di personale infermieristico da parte del Rummo per consentire all'ospedale di continuare a erogare le prestazioni necessarie nell'area Covid, senza incorrere nel rischio concreto di non poter garantire i Lea (livelli essenziali di assistenza) ai pazienti ordinari.
 

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