Influenza, boom di virus almeno fino a metà febbraio. Pregliasco: «Arriveremo a 15 milioni di contagi»

Questa è stata definita da più parti «la peggiore influenza degli ultimi 15 anni». Il picco però è superato

Influenza, boom di virus almeno fino a metà febbraio. Pregliasco: «Arriveremo a 15 milioni di contagi»
Influenza, boom di virus almeno fino a metà febbraio. Pregliasco: «Arriveremo a 15 milioni di contagi»
di Mario Landi
Sabato 13 Gennaio 2024, 10:36 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 07:07
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Almeno adesso «il picco dell'influenza è stato superato»: è successo nell'ultima settimana del 2023, «ma la stagione influenzale è tutt'altro che finita. I virus ci terranno compagnia almeno almeno fino alla metà di febbraio». E se finora le sindromi simil-influenzali hanno colpito oltre 6,7 milioni di italiani, di cui oltre 1 milione dall'1 al 7 gennaio 2024, prima di "archiviare" quella definita da più parti «la peggiore influenza degli ultimi 15 anni» dovremo aspettarci «più o meno altrettanti contagi di quelli registrati finora». A conti fatti, quindi, «arriveremo a un totale di 14-15 milioni di casi». Così Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano e direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio del capoluogo lombardo, fa il punto per l'Adnkronos Salute sull'andamento futuro dell'epidemia di influenza e altre infezioni respiratorie, dopo che ieri il bollettino RespiVirNet dell'Istituto superiore di sanità ha messo nero su bianco l'avvenuto superamento del picco di incidenza.

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«La significativa riduzione dell'incidenza nella fascia d'età più giovane, che è quella che contribuisce per gran parte al numero di casi simil-influenzali in termini assoluti - conferma Pregliasco - ci fa pensare, salvo eventuali ritardi nella segnalazione, che effettivamente il picco è stato raggiunto.

Dobbiamo però considerare che l'epidemia disegna una curva "a campana", perciò nei fatti quando si è al picco si è solo a metà dell'opera e dunque avremo una curva che scenderà, ma con una quantità di casi comunque elevata nel prossimo futuro». Insomma «non è finita», avverte l'esperto, ed è «giusta la raccomandazione alla vaccinazione, seppur tardiva».

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