«Il taglio dei fondi al servizio civile universale deciso dal governo Meloni costituisce un colpo durissimo per tutti i giovani meridionali, in particolare per quelli che risiedono nelle aree interne». Lo denunciano Angelo Marino, Edi Barile, Lucio Ferella, Carmine Agostinelli e Mauro De Ieso, sindaci, rispettivamente, di San Marco dei Cavoti, Ginestra degli Schiavoni, Baselice, San Bartolomeo in Galdo e Pago Veiano, spiegando: «Il servizio civile è un pilastro essenziale per il Paese, specialmente in questo momento di crisi. A fare le spese dei tagli è anche il Fortore con uno squilibrio evidente, che continua a penalizzare territori già di per se svantaggiati, compromettendo attività di supporto per persone vulnerabili, promozione culturale, tutela ambientale e attività di educazione civica e pacifica».
«Siamo difronte ad una decisione miope e controproducente – così le fasce tricolori – che sacrifica il futuro dei giovani e indebolisce il tessuto sociale del Paese.
I sindaci invitano il ministro Abodi, la presidente del Consiglio Meloni e tutto il Governo «ad intraprendere un'iniziativa immediata al fine di ricercare le risorse di bilancio necessarie a consentire il finanziamento degli stessi posti dell’anno precedente e qualora non fosse possibile scorrere la graduatoria e finanziare ulteriori posti in servizio civile. Qualora non fosse possibile, sarebbe giusto garantire un contributo economico agli enti locali che saranno costretti a dover fare a meno del servizio civile nel 2024, per attivare un servizio civile comunale».