Tre arresti in tre giorni. L'accusa è sempre la stessa: usura ai danni di un commerciante del centro caudino, che ha denunciato i suoi presunti strozzini alle forze dell'ordine. Dopo il 57enne di Montesarchio e il 50enne di Rotondi, mercoledì sera i carabinieri hanno fermato un 50enne di San Felice a Cancello. Salgono dunque a tre le persone finite ai domiciliari. A.D.A. è stato colto dai militari in flagranza di reato: aveva appena riscosso 200 euro da un negoziante 53enne e i militari dell'Arma sono intervenuti proprio subito dopo la consegna delle banconote. Inoltre, l'abitazione del 50enne di San Felice a Cancello era stata perquisita qualche giorno fa ma in quella circostanza non era stato trovato nulla. Dunque, l'uomo era stato già attenzionato. Gli ultimi tre arresti per presunta usura rientrano nella stessa indagine ma, a quanto pare, non ci sarebbe alcun collegamento tra le persone finite in manette, ovvero A.S. di Montesarchio, C.F. di Rotondi (entrambi incensurati) e A.D.A., della provincia di Caserta, che, invece, era già noto alle forze dell'ordine.
La vittima, però, sarebbe sempre la stessa: il gestore di una lavanderia situata nel centro cittadino.
Anche l'operaio di Rotondi, difeso dagli avvocati Giovanna Coppola e Gerardo Perna Petrone, ha sostenuto di aver prestato 2.500 euro al 53enne, considerati i rapporti di amicizia che li legavano. Anche in questo caso, come sostiene C.F., l'importo dovutogli sarebbe stato restituito solo in parte. Nel frattempo, sono stati convalidati gli arresti domiciliari per i due indagati caudini e nei prossimi giorni verrà ascoltato anche il 59enne finito in manette mercoledì. Si continua, dunque, a indagare su una vicenda che in settimana ha scosso la comunità caudina.