Dopo il blitz anti-usura con quattro indagati, una ventina di presunte vittime e ventiquattro perquisizioni, ieri hanno avuto inizio (termineranno nelle prossime ore) gli interrogatori di coloro che, secondo gli inquirenti, avrebbero avuto contatti con gli attuali indagati e forse anche subito le loro richieste in termini di interessi usurai. Gli interrogatori si svolgono in Questura, presso la Squadra mobile, che da qualche mese sta conducendo l’indagine, la quale alla luce del numero di persone coinvolte, soprattutto presunte vittime, si configura come una delle più consistenti degli ultimi anni. Basti pensare che per effettuare le ventiquattro perquisizioni, la Questura lunedì mattina ha schierato un’ottantina di agenti.
GLI STEP
Tra le venti presunte vittime, gli agenti tra ieri e oggi ascolteranno una decina di persone informate sui fatti.
Nel frattempo, i quattro indagati per usura sono tutti beneventani e già noti alle forze dell’ordine, difesi dagli avvocati Vincenzo Sguera, Antonio Leone, Nicola Covino, Grazia Luongo. Le indagini si sono sviluppate da tempo e non si esclude che gli inquirenti abbiano avuto anche la possibilità di ricostruire l’attività di coloro che sono oggetto di indagini attraverso il ricorso alle consuete intercettazioni e osservazioni. Le presunte vittime, inoltre, appartengono a varie categorie, tra commercianti, impiegati e disoccupati. Si tratta in ogni caso di un’indagine che, come d’altronde tutte quelle che riguardano l’usura, appare complessa. Non a caso più volte i vertici istituzionali e alcune associazioni che assistono gli usurati e che operano nel Sannio hanno rivolto appelli alle vittime rilanciando gli inviti a denunciare. Una decisione, quest’ultima, apparsa sempre sofferta, nonostante anche i fondi per sostenere economicamente le vittime. Basta ricordare che negli anni scorsi, in Prefettura, fu collocato un telefono per raccogliere informazioni, anche in forma anonima, riguardanti casi di usura. Il telefono, però, rimase per oltre un anno completamente muto.