Aurora morta in culla, la mamma: «Un incidente, il padre non c'entra»

La donna è incinta: chiesta la scarcerazione

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere
Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere
di Gabriella Cuoco
Venerdì 17 Novembre 2023, 07:41 - Ultimo agg. 12:58
4 Minuti di Lettura

«Aurora aveva un livido sotto l'occhio, non è stata mai picchiata dal padre. Non so perché si parla di un ematoma alla testa, non riesco a capire. È stata solo vittima di un incidente domestico, quando in casa ero da sola con i bambini».

La versione dei fatti della madre della neonata trovata morta in culla la mattina del 2 settembre, spiazza tutti. Ieri mattina, durante gli interrogatori di garanzia in carcere a Santa Maria Capua Vetere, le risposte dei genitori alle tante domande degli inquirenti, hanno messo in secondo piano quanto è emerso fino ad oggi ed è stato scritto, nero su bianco, nella corposa ordinanza della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il provvedimento del giudice aveva acceso i riflettori sulle chat WhatApp dei cellulari sequestrati dai carabinieri della stazione locale, subito dopo il decesso.

Eppure: «Emanuele non ha mai toccato con un dito la bambina e nemmeno gli altri due. Il livido è scaturito da un incidente in casa, ma lui era sceso dai genitori che abitano al piano inferiore»: queste le parole di Anna Gammella, finita in carcere insieme al compagno con l'accusa di omicidio pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia.

La donna, diventata madre per la prima volta a soli 15 anni e che ha curato le ferite sul corpicino della piccola con lo strutto animale, così come il compagno le suggeriva, difende il suo compagno e si lascia andare in un racconto durato oltre due ore, durante il quale è apparsa molto provata e sottomessa. Lo stesso ha fatto per un'ora e mezza anche Emanuele Savino, padre dei suoi figli. Anna ed Emanuele non si sono incontrati, ma nemmeno cercati.

Sono apparsi davanti al gip Maria Pasqualina Gaudiano e al pm Stefania Santillo in momenti diversi, assistiti dagli avvocati Davide Pascarella per lei e Carlo Perrotta per lui. Il racconto della coppia, avallato dalla difesa per quasi un'ora oltre i singoli interrogatori, ha fatto emergere che la ricostruzione riportata nell'ordinanza è scaturita esclusivamente dall'esito del doppio esame autoptico sul corpicino della piccola. Non solo. Gli avvocati hanno acceso i riflettori su un elemento dell'autopsia che non era stato preso in considerazione: la piccola, che aveva numerose ustioni sul corpicino, causate sicuramente dall'acqua bollente di un bagnetto effettuato nel lavandino qualche sera prima del decesso e aveva una polmonite interstiziale. Potrebbe essere stata questa la causa della morte che le ha provocato un'insufficienza cardio-respiratoria durante la notte.

Video

La Procura, ora, dovrà rivalutare tutta la vicenda, anche in virtù di una richiesta ufficiale da parte dei legali di adottare misure cautelari alternative. Il tutto, non solo in riferimento alla madre 19enne, incinta, alla quinta settimana di gravidanza, così come documentato dal suo avvocato con tanto di test di gravidanza effettuato in casa e analisi di laboratorio, ma anche in virtù di altri elementi emersi nelle ultime ore, legati alla condotta della coppia nelle settimane dopo la tragedia. Mercoledì pomeriggio l'assistente sociale del Comune di Santa Maria a Vico, Anna Izzo, ha fatto visita ai due fratellini di Aurora che si trovano in una casa-famiglia dopo un provvedimento del tribunale minorile di Napoli. Al sindaco Andrea Pirozzi è stato riferito che le loro condizioni sono ottime. «Stanno bene e ora questo ci interessa. È una brutta storia che non li deve coinvolgere e non li coinvolgerà perché noi li tuteleremo», ha detto il primo cittadino, che sta seguendo da vicino la vicenda dei due bambini di quattro e due anni. Il tribunale dei minorenni, che ha fissato la prima udienza per il riaffido il 15 dicembre, potrebbe decidere di rinviarla o di proporre un affidamento momentaneo dei bambini a qualche parente diretto. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA