Mondragone. Estorsione sulle luminarie della festa di San Michele, due condanne. Il parroco testimone-chiave del processo

Luminarie
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di Marilù Musto
Mercoledì 4 Maggio 2016, 00:36
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Mondragone. Era il 2013 quando vennero distrutti, durante la notte del 1 ottobre, 20 pali utilizzati per sostenere le luminarie che abbellivano la città di Mondragone, in occasione della festa di San Michele. Venne aperta subito un’indagine che vide il parroco del rione Sant'Angelo testimone-chiave nel procedimento. Inchiesta rapina: la celebrazione del santo non doveva avere ingerenze, soprattutto dalla camorra. Non a Mondragone.
Fu il sacerdote, anche presidente del comitato festeggiamenti per la celebrazione di San Michele, a spiegare ai magistrati della procura di Napoli, sezione Antimafia, che il 29 settembre del 2013 aveva notato alcune persone sospette nei pressi del centro in cerca del titolare della ditta che aveva illuminato il paese. Si scoprì, in realtà, che la società impegnata nell’installazione di luminarie, la Di Meo, aveva subito una estorsione in piena regola. E lui, l’imprenditore, si era rifiutato di pagare la tangente. Così, un gruppo di balordi aveva rotto 20 pali la notte del primo giorno di ottobre. Il tutto accadde nelle vicinanze del palazzo Ducale, su corso Umberto I.
Ieri, dopo tre anni di indagini e processi, il giudice Marina Cimma del tribunale di Napoli ha emesso la sentenza, al termine di un processo con rito abbreviato. Sono stati condannati C. C., di 41 anni e S. C. di 32 anni. Il primo a un anno di reclusione, il secondo a un anno e otto mesi.
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