San Felice a Cancello: spari contro la tappezzeria, l'ombra dell'intimidazione

Tre colpi contro la saracinesca di un negozio

Sugli spari a San Felice a Cancello indagano i carabinieri
Sugli spari a San Felice a Cancello indagano i carabinieri
Marilu Mustodi Marilù Musto
Mercoledì 28 Giugno 2023, 07:29 - Ultimo agg. 15:54
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Tre colpi di pistola hanno trapassato la saracinesca del negozio di San Felice a Cancello "Dr tappezzeria" di via Napoli a San Felice a Cancello. Che sia una intimidazione o no, lo diranno le indagini avviate, in queste ore, dai carabinieri della compagnia di Maddaloni. Nessuna pista è esclusa, nemmeno quella del movente privato. Di certo, a ventiquattro ore dagli spari non è ancora chiara la mano che ha impugnato una pistola. Da anni, però, non si vedevano agguati simili nei confronti di un esercizio commerciale. Stando ad alcune ipotesi, potrebbe esserci una lettura diversa da ciò che ufficialmente emerge: il proprietario avrebbe dichiarato agli inquirenti di non aver subito minacce nè tentativi di estorsione. Esclusa questa matrice, si cerca in altri ambiti: sono state acquisite tutte le immagini delle videocamere installate lungo via Napoli a San Felice e si sta cercando di individuare la targa del veicolo con a bordo l'uomo che ha esploso i proiettili. 

In realtà, la possibile intimidazione potrebbe avere "radici" anche nel nolano. San Felice è, infatti, una città-cerniera fra la provincia di Napoli e Caserta dove è "fiorente" lo smercio di droga. Da anni le compagnie di Nola e di Maddaloni dei carabinieri sono impegnate nel contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Una cosa è certa: da tempo non si registravano spari intimidatori nella Valle Di Suessola. L'ultima volta in cui è rimasto ferito un 39enne, gambizzato con 15 colpi di pistola nel cimitero di San Felice a Cancello, risale al 2007.

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Ora, però, alla luce di ciò che è accaduto al negozio «Dr. tappezzerie» si riaccendono i riflettori su vicende assai caratteristiche che sono accadute negli ultimi anni tra San Felice a Cancello, Arienzo e Santa Maria a Vico. Che ci sia un nuovo clan emergente che detta legge? Ipotesi lontana, ma non esclusa.

D'altra parte, una delle frasi celebri - emerse nell'ultima ordinanza di arresto emessa dai giudici - dei vecchi boss, risuonano ancora nelle menti dei commercianti della Valle di Suessola. «Quando spari dentro a un negozio con il kalashnikov gli fai saltare la vetrina che si porta tutto per aria? E quelli dicono: stiamoci calmi, qua esce qualcosa anche da dentro i muri, senza nemmeno che ci guardano in faccia». Queste parole di Salvatore D'Albenzio furono intercettate durante una complessa indagine. D'Albezio, per la Dda, era all'epoca capoclan in pectore, erede e figlio del boss «faraone». Erano rivolte a un sodale, Palladino Spallieri, e contenute nell'ordinanza di custodia cautelare che, tre anni fa, bloccò in carcere il braccio armato della camorra. Si spera, al netto di ciò, che stavolta la camorra non c'entri con l'episodio della tappezzeria.

 

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