Tenta di strangolare la ex, fermato dalla coinquilina

Monza, salva diciottenne di Mugnano: l’aggressore solo denunciato: è libero

I segni della violenza
I segni della violenza
di Viviana Lanza
Martedì 19 Dicembre 2023, 23:47 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 15:41
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Picchiata e strangolata, ennesima vittima della violenza per mano di chi avrebbe dovuto amarla. Ines (nome di fantasia) è salva perché la coinquilina è riuscita a intervenire in tempo allertando le forze dell’ordine. L’aggressione è avvenuta a Monza dove Ines si è trasferita da un po’ di tempo. A Mugnano, sua città di origine, c’è tornata l’altro giorno, dopo essere scampata alla stretta del compagno che ha provato a strangolarla. «Sono seriamente preoccupato per la vita di mia figlia» afferma ora il padre. 

Ines si è trasferita dalla provincia di Napoli a Monza. Vive lì da tempo, ha un compagno e divide la casa con una coinquilina. Alcuni giorni fa l’ennesimo litigio con il fidanzato, le urla e le botte. Non era la prima volta. Questa volta, però, l’aggressione è tale che Ines viene presa per la gola, la stretta le toglie il fiato. La coinquilina riesce a intervenire con provvidenziale tempismo e chiama subito le forze dell’ordine. Ines ha dei vistosi segni sul collo, escoriazioni dovute all’aggressione. Ma è provata soprattutto psicologicamente, ha paura e decide di tornare dalla famiglia a Mugnano.

Lì si sente al sicuro. Deve rientrare a Monza e l’idea che il compagno sia a piede libero preoccupa molto lei e i suoi familiari. Il ragazzo intanto è stato raggiunto dalle forze dell’ordine che gli hanno notificato un provvedimento di ammonimento. 

È il 12 dicembre quando Ines si reca negli uffici della Questura di Monza. «Dal 16 gennaio ho iniziato una relazione sentimentale», racconta descrivendo la turbolenta storia con il fidanzato. Turbolenta per via delle discussioni e dei litigi «legati soprattutto alla gelosia che aveva lui» afferma Ines precisando che inizialmente si trattava di discussioni verbali, poi le cose sono cambiate. «In primavera durante uno di questi litigi mi ha colpito con dei calci alle gambe con gli stivali antinfortunistici che hanno la punta in metallo. In questa occasione non ho chiesto l’intervento di nessuno né mi sono fatta vedere dai medici in ospedale. Dopo questi litigi facevamo pace e lui si faceva perdonare».

La denuncia prosegue con il racconto di altri episodi, quattro o cinque, in cui lui l’avrebbe strattonata, «mi colpiva allo sterno, e con gli schiaffi mi ha fatto uscire sangue dal naso». Nonostante questo racconta di non aver pensato di interrompere la relazione. Un mese fa, poi, Ines trova lavoro e lui diventa più geloso. E questa gelosia di lui scatena nuovi litigi. «Io - continua Ines - cominciavo a staccarmi e lo allontanavo. Ieri ero a casa sua. Lui non andava a lavoro e non ne aveva motivo. Mi sono arrabbiata quindi perché ha già perso lavori in passato e non volevo che rischiasse anche con questo nuovo».

Dopo aver discusso, secondo la denuncia, Ines va via e saluta il fidanzato dicendogli che la loro storia si sarebbe conclusa lì. Passano alcune ore e in serata torna da lui per provare a chiarire e recuperare il rapporto. Si fa accompagnare dalla sua amica coinquilina, e questo si rivelerà una fortuna per lei. «A un certo punto lui reagiva nei miei confronti in modo violento, urlava, mi spingeva e mi insultava». La dinamica che segue è quella in cui la lite raggiunge il picco della violenza: lei butta via l’ennesima birra che lui ha sul tavolo, lui si infuria e la aggredisce con schiaffi e spinte. Ines si rifugia in cucina, cade a terra, prova a fuggire. Lui la afferra per un braccio e la spinge sul letto stringendole le mani al collo. Ines prova a difendersi. L’amica interviene, urla, lo fa fermare e poi chiama la polizia. 

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È Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, a denunciare il caso e dare voce alle ansie della vittima e della sua famiglia. Ed è il padre di Ines a parlare a nome di tutti, per chiedere aiuto in questo momento di grande apprensione e difficoltà. «Il fidanzato abita a poche centinaia di metri di distanza e io già immagino il peggio». All’appello del padre, alla sua preoccupazione e alla sua richiesta di aiuto hanno dato voce anche Francesco Emilio Borrelli, deputato di Allenza Verdi-Sinistra, e la consigliera comunale di Europea Verde Giusy Mauriello: «Alle denunce devono seguire azioni rapide e concrete da parte della magistratura e delle forze dell’ordine altrimenti ogni sforzo diventa inutile. Non possiamo dire a tutti “Denunciate, denunciate” e poi non accade nulla. Chiediamo che si faccia tutto il possibile per tutelare questa ragazza, questa famiglia».

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