Benevento: proiettile alla testa mentre va al lavoro, ora è caccia all'uomo

La donna colpita alla fronte, operata: non è in pericolo di vita

Il luogo dell'agguato
Il luogo dell'agguato
di Enrico Marra
Domenica 12 Novembre 2023, 10:54
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Un colpo di pistola in piena fronte, e un dramma per fortuna solo sfiorato per Annarita Taddeo, 32 anni, beneventana, già nota alle forze dell'ordine e compagna di un ergastolano. La traiettoria di quel proiettile, che miracolosamente non ha prodotti danni importanti, le ha consentito di scampare alla morte: nel pomeriggio è stata sottoposta ad un intervento chirurgico e le è stato estratto il proiettile, calibro 22, di piccole dimensioni; i medici hanno confermato che non è in pericolo di vita. Gli agenti della Squadra Mobile stanno danno la caccia al killer che ha agito con il viso coperto da un casco ed è poi fuggito in moto. Alla base del ferimento si ipotizza che possano esservi motivi di gelosia, ma chiaramente si seguono anche altre piste. Ieri mattina poco dopo le sette la Taddeo è uscita da un edificio di via Ferrara, nei pressi dello stadio «Meomartini» al rione Libertà per raggiungere il bar presso cui lavora in via Cocchia. Presso il portone era ad attenderla un uomo che appena l'ha vista ha sparato un unico colpo che l'ha centrata al capo.

La donna ha avuto la lucidità di rientrare nel portone e di adagiarsi su un pianerottolo dove è stata soccorsa dagli agenti della Volante della Questura, avvisati da una vicina di casa che aveva udito le detonazioni, e dai sanitari del 118. La donna che era vigile è stata trasportata al pronto soccorso dell'ospedale «San Pio» dove è rimasta per tutta la mattinata, parlando con il suo legale Vincenzo Sguera e con gli agenti della Mobile che l'hanno sentita; è stato anche tentato un riconoscimento fotografico del possibile killer, che però non avrebbe sortito effetti. Il tutto prima che fosse sottoposta ad intervento chirurgico. Annarita Taddeo già nota alle forze dell'ordine, ha come compagno Nicola Fallarino 39 anni, detenuto nel carcere di Trapani e condannato all'ergastolo con sentenza divenuta definitiva, perché ritenuto uno degli autori dell'omicidio di Cosimo Nizza 48 anni, ucciso con tre colpi di pistola nell'aprile del 2009.

Nello scorso mese di aprile era finita ai domiciliari in un blitz denominato «Alcatraz» con 22 arresti, gestito dalla magistratura di Trapani.

Era stata imputata di corruzione per aver fatto pervenire dietro compenso, secondo l'accusa, telefonini nel carcere di Trapani a Fallarino. Il 4 maggio il Tribunale del Riesame di Trapani aveva revocato l'ordinanza di arresti domiciliari, asserendo anche la propria incompetenza territoriale. Alla base della decisione del Tribunale siciliano il fatto che l'episodio di corruzione sarebbe avvenuto versando del denaro in un bar di Palermo a chi avrebbe portato i telefonini in carcere. Da qui la competenza dei giudici palermitani. Una decisione che lo scorso 30 ottobre è stata confermata anche dal Gup di Trapani, che ha accolto un'istanza fatta dal legale della donna, l'avvocato Sguera. Pertanto la donna attualmente non era destinata di alcuni provvedimento della magistratura. E il legale ieri mattina saputo del ferimento della donna si è subito recato al carcere di contrada Capodimonte per mettere al corrente dell'accaduto il padre della Taddeo, che è anche lui detenuto. Poi il legale ha fatto tappa all'ospedale «San Pio», incontrando la donna presso il pronto soccorso, dove era stata condotta subito dopo il ferimento e prima dell'intervento chirurgico.

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E presso il pronto soccorso si sono recati anche gli agenti della Squadra mobile con il commissario Vincenzo Luisi che hanno ascoltato la donna su quanto accaduto. Annarita Taddeo avrebbe ricostruito le varie fasi del ferimento, ma ha precisato di non aver potuto riconoscere lo sparatore perché ha agito a viso coperto. Né avrebbe saputo indicare il possibile movente alla base del ferimento, sostenendo di non aver avuto in precedenza contrasti o minacce. Gli agenti della Mobile per tutta la giornata hanno ascoltato in Questura sia familiari della ferita che abitanti della zona per cercare di scovare elementi utili all'identificazione del killer. Le indagini vengono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Filomena Patrizia Rosa. 

 

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