Nuovo blitz a villa Bardellino a Formia a «caccia» di tracce biologiche

Al via le indagini per capire se il boss sia ancora vivo

Sopralluogo della scientifica nella villa di Bardellino
Sopralluogo della scientifica nella villa di Bardellino
Marilu Mustodi Marilù Musto
Venerdì 8 Settembre 2023, 08:53 - Ultimo agg. 18:57
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La villa della famiglia Bardellino sotto assedio. Lo scopo è quello di cercare e trovare tracce biologiche di Antonio Bardellino, fondatore del clan dei Casalesi da comparare con delle prove nelle mani degli investigatori, da questa estate sulle tracce del boss "dei due mondi" che potrebbe essere ancora vivo. Ieri mattina c'è stato un nuovo blitz della Dia di Napoli a Formia con la squadra scientifica della polizia di Roma, i Ros, i carabinieri del comando provinciale di Latina, la squadra mobile di Latina e il commissariato di Gaeta nella villetta di via dei Pino, al civico 7 della città del Sud Pontino, all'interno del Villaggio del Sole, in località Acquatraversa. Qui, il 26 luglio, è stato trovato un bunker riconducibile a Bardellino, l'inventore di un braccio armato mafioso anche nel Casertano a cavallo fra gli anni '70 e '80.

Sì, perchè grazie a un'indagine della Procura di Napoli, negli ultimi mesi si è aperto uno spiraglio sull'ipotesi del boss vivo e vegeto, nonostante ci sia già una sentenza della corte di Cassazione - la sentenza Spartacus I - che ne certitifichi (dal punto di vista giudiziario) la morte per mano di Mario Iovine a Buzios, in Brasile.

L'irruzione ha un motivo: si cerca una prova scientifica da confrontare. Si procede a piccoli passi. Dove c'è un nucleo di familiari del boss, lì c'è ancora qualcosa da scoprire. Ma cosa ha fatto riaprire le indagini sulla ricerca del vecchio ras? E' stato un nome: Giuseppe Favoccia, colui che ha riacceso la scintilla dell'indagine di un Antonio Bardellino ancora in vita.

Ascoltato il 4 agosto del 2015, raccontò alla Digos di aver incontrato il capoclan «allo scalo aeroportuale di New York» nel 2010: qui, aveva accompagnato la figlia di Ernesto Bardellino. Il 7 agosto 2015, sempre Favoccia disse che il mafioso era vivo e che cinque anni prima era tornato a San Cipriano d'Aversa per il matrimonio di uno dei suoi figli. Nel 2017, poi, Bardellino si sarebbe spostato in Paraguay dove aveva interessi in società ittiche, nuove versioni della Bras Fish, già collaudata negli anno '80 (ufficialmente aziende che trasportava pesce, nei fatti un "mercato" di cocaina). Gli investigatori avrebbero, poi, accertato che Giuseppe Favoccia nel 2010 aveva effettivamente fatto un viaggio a New York. Queste circostanze, hanno indotto - pare - il pubblico ministero della Dda di Napoli, Vincenzo Ranieri, a scrivere: «Appare di tutta evidenza che l'eventuale esistenza in vita dello stesso potrebbe rappresentare un elemento di sicura rilevanza in ordine ai rapporti tra la famiglia Bardellino e il clan».

La verità è che la polizia scientifica ieri ha prelevato dei campioni, sui quali vige il più stretto riserbo. Gli investigatori hanno iniziato i loro accertamenti sin dall'ingresso del villino. Ad accoglierli c'era A. T., nipote dell'attuale proprietario dell'immobile, l'81enne italo americano Vito Iacopino, denunciato per favoreggiamento dalla Procura Antimafia di Napoli. Gli investigatori sono poi entrati anche oltre il cancello, presumibilmente per effettuare ulteriori sopralluoghi sul luogo dove è stato ritrovato il bunker che gli inquirenti ritengono possa aver ospitato Bardellino in Italia. Sul posto si è precipitato il legale difensore di Gustavo Bardellino, il 43enne nipote del fondatore del cartello criminale, scampato a un agguato il 15 febbraio 2022 davanti a un'autosalone, uno dei più grandi del Sud pontino. Indagata è anche Antonietta Bardellino, altra nipote del camorrista. Da questi nomi iscritti nel registro degli indagati si riparte, ma su prove scientifiche, adesso. Quanto si dovrà attendere per capire se la ricerca del vecchio capobastone abbia o no un senso?

 

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