Castel Volturno: barbiere ucciso, padre e figlio in tribunale

I due accoltellarono la vittima dopo un banale litigio

Castel Volturno: barbiere ucciso, padre e figlio in tribunale
di Biagio Salvati
Domenica 30 Luglio 2023, 09:29 - Ultimo agg. 18:31
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Alessandro Moniello, meccanico di 50 anni e suo figlio Roberto, 29 anni, residenti a Baia Verde di Castel Volturno, dovranno comparire il prossimo 29 settembre davanti al giudice Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per l'udienza preliminare che potrebbe mandarli a processo per l'omicidio di Luigi Izzo, il barbiere ucciso sul litorale domizio a novembre dello scorso anno. La richiesta per padre e figlio entrambi detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è stata avanzata nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica (pubblico ministero, Annalisa Imparato). Un delitto assurdo, dettato da una rabbia ingiustificata. Il padre, ritenuto è accusato di omicidio volontario mentre il figlio deve rispondere del reato di concorso in omicidio con l'aggravante dei futili motivi. Stando al racconto dei testimoni, quel sabato notte dello scorso novembre, Luigi, 38 anni, era uscito di corsa dal suo appartamento di via Papa Roncalli per recarsi al Caffè 2.0 perché alcuni amici lo avevano avvisato di un fattaccio capitato al fratello Orlando, 34 anni. «Tuo fratello ha fatto a botte con Roberto», gli avrebbero detto.

Arrivato sul posto, aveva trovato Roberto Moniello con un diavolo per capello: «Tuo fratello mi ha rotto gli occhiali da vista, guarda qui», aveva detto mostrando i resti del vetro.

Da bravo fratello maggiore, Luigi aveva rassicurato Roberto: «Li ricompro e te li porto, nuovi, te lo prometto. Ma adesso basta!». Quella sera al bar con Luigi c'era anche la moglie Federica Sautto e la suocera che guardarono tutta la scena, mentre il barbiere cercava di calmare gli animi. Le donne gli avevano detto di non uscire ma lui volle assicurarsi su cosa stava accadendo al fratello. Subito dopo l'intervento aveva accompagnato il fratello Orlando a casa dei genitori, qualcosa però non lo faceva stare tranquillo. Tornato nella sua abitazione con moglie e figli, era uscito una seconda volta, forse perché chiamato al telefono da Roberto, ancora arrabbiato. Quell'uscita dal cancello segnò però la sua condanna a morte.

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Davanti gli comparve il padre di Roberto, Alessandro: era appena sceso dalla Fiat Punto verde con in mano un coltello. «Ma cosa volete da me?» avrebbe esclamato il barbiere. Un minuto dopo, era a terra dissanguato. Stando alla ricostruzione dei carabinieri di Mondragone, la vittima avrebbe anche tentato di fuggire, ma Alessandro Moniello lo avrebbe rincorso pugnalandolo alle spalle con almeno 6 coltellate e su un fianco. Le auto lungo la strada erano macchiate di sangue, segno che Luigi aveva provato ad alzarsi da terra. La Procura sammaritana aveva chiuso le indagini nei mesi scorsi mentre a fine settembre, per i Moniello, il giudice dell'udienza preliminare deciderà sul rinvio a giudizio. Il barbiere era molto conosciuto e benvoluto nella cittadina castellana: per i suoi funerali il sindaco Luigi Petrella proclamò anche il lutto cittadino e il delitto fu oggetto di un Comitato per la sicurezza in Prefettura

 

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