Caserta: pareti troppo umide, scompaiono gli affreschi di Hackert al Belvedere

Non sono bastati diversi restauri

Il Bagno di Maria Carolina a Casertavecchia
Il Bagno di Maria Carolina a Casertavecchia
di Nadia Verdile
Venerdì 17 Novembre 2023, 08:15
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Nato sotto una cattiva stella, il Bagno di Maria Carolina al Belvedere di San Leucio perde pezzi e nulla è possibile più fare per arrestare i danni. A marzo scorso erano partiti, a cura della Soprintendenza, i lavori di messa in sicurezza delle pitture a encausto realizzate da Philip Hackert alla fine del Settecento. Un gioiello prezioso e fragile che mai come in questi ultimi anni aveva subito i danni delle infiltrazioni meteoriche. Una storia lunga quella dei restauri del Bagno di Maria Carolina, cominciata alla fine del XVIII secolo quando lo stesso Hackert cercò di scoraggiare re Ferdinando spiegandogli che le pitture ad encausto in quel locale non erano adatte perché la troppa umidità risalente dalla montagna era deleteria. Capriccio di re, forse, ma il sovrano volle che ci fosse una stanza che somigliasse alle terme antiche che dagli scavi di Pompei emergevano, in quegli anni, in tutta la loro bellezza e le pitture furono realizzate.

Il primo restauro fu fatto venti anni dopo, dimostrando nei fatti che la previsione di Hackert era giusta.

E nei secoli con questa cadenza, anno più anno meno, si è proceduto ad intervenire ma mai è stato possibile farlo definitivamente perché la collocazione del Bagno è in un ambiente assolutamente inidoneo, soprattutto per l'encausto. «Con Decreto Ministeriale del 31 dicembre 2020 - spiega il soprintendente Gennaro Leva -, Programmazione triennale dei lavori pubblici 2020-2022, la Sabap ha ottenuto un finanziamento pari a 50mila euro, per la messa in sicurezza delle pitture murali del Bagno Grande nel Belvedere di San Leucio. La progettazione dell'intervento, affidata alle funzionarie della Sabap di Caserta e Benevento, Paola Coniglio e Alice Liviani, ha avuto come obiettivo l'arresto del degrado della superficie pittorica, causato dal ristagno dell'acqua meteorica proveniente dalla retrostante collina di San Leucio, e che determina la risalita dell'umidità e il distacco dei dipinti». Fu il pittore Carlo Patturelli l'autore del primo restauro, riprendendo e rinfrescando le opere del maestro. L'ultimo intervento, nel 2008, è stato realizzato da Carlo Bugli, uno dei restauratori più prestigiosi che ci sono in Italia. Questa volta i danni sono comparsi ancora prima della fine del ventennio e parte delle pitture sono venute giù, irrimediabilmente.

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«L'intervento diretto sulle pitture - spiega Paola Coniglio che è stata anche direttrice dei lavori - è stato preceduto da un'ampia campagna d'indagini diagnostiche, grazie alle quali è stato possibile ottenere nuovi dati conoscitivi sulle cause specifiche del degrado, gli agenti patogeni e la delimitazione della superficie oggetto degli attacchi microbiologici e del conseguente distacco delle pitture». Dell'encausto, l'antica tecnica pittorica applicata, che si basa sull'uso di colori mescolati alla cera attraverso il calore, con cui erano state dipinte le pareti del bagno di Maria Carolina ormai non resta quasi più niente e in alcune zone è completamente scomparso. C'è stato un tempo in cui per salvare gli affreschi si procedeva al distacco e questi venivano conservati altrove, poi questa pratica è stata accantonata perché si è ritenuto che decontestualizzare le opere non è un bene. Forse, l'unica cosa che, decenni fa, avrebbe potuto salvarli era il distacco ma avremmo perso il valore di quel luogo. 

 

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